Bimbo di solo un anno ucciso di botte dai genitori adottivi: “Avevano detto che si era fatto male con un infortunio”

16 Febbraio 2021 - 21:15

Bimbo di solo un anno ucciso di botte dai genitori adottivi: “Avevano detto che si era fatto male con un infortunio”

Un bimbo, di solo un anno, è stato ucciso dai genitori. Il piccolo era stato appena adottato, da pochi mesi, da una coppia che avrebbe dovuto prendersi cura di lui.

Il piccolo Leiland Corkill, invece, è stato ucciso di botte da sua madre e da suo padre. Il piccolo era stato affidato a una struttura subito dopo la nascita e in seguito preso in affido da una coppia che viveva a Barrow-in-Furness, Regno Unito e che voleva adottarlo.

La terribile vicenda risale ad un mese fa, quando i genitori hanno chiamato i soccorsi dicendo che il bimbo si era fatto male a seguito di un infortunio.

Leiland è stato portato all’ospedale pediatrico Alder Hey di Liverpool con un grave trauma cranico, ma è morto il giorno successivo.

Per i medici le lesioni riportate potrebbero essere state legate a delle violenze subite, così sono scattate le manette per la 34enne e per il marito di 37 anni con le accuse di omicidio e maltrattamenti.

Rilasciati su cauzione sono ora in corso le indagini per capire cosa sia successo al bambino. Profondo dolore da parte della mamma naturale del piccolo e la donna che sarebbero state accanto a lui nei momenti precedenti alla sua morte.

La madre biologica di Leiland ha dovuto dare in affido il figlio dopo le accuse su un altro caso di abusi e violenze. La donna aveva una bambina che era stata uccisa e stuprata dal compagno.

Pare che lei fosse a conoscenza di quanto accadeva in casa, così quando è nato il suo secondo bambino è stato dato in affido ai servizi sociali che avrebbero dovuto scegliere per lui una famiglia che gli avrebbe donato amore e tranquillità.

Purtroppo invece si è consumata la tragedia. Riguardo il nostro paese, invece,  negli ultimi dieci anni in Italia (2009-2019) è stato infatti registrato un incremento del 41% dei reati verso i minori.

Le vittime di genere femminile sono predominanti per quasi tutte le tipologie di reato, sfiorando anche l’80% per quelli attinenti alla sfera sessuale. Una crescita preoccupante (+105%) interessa i maltrattamenti tra le mura domestiche, il reato più ricorrente che coinvolge più di un terzo del totale dei bambini vittime di abusi.

A conferma di questa tendenza, è stata registrata durante il periodo di lockdown una sensibile diminuzione di quasi tutti i reati verso i minori, ad eccezione di quelli contro conviventi e familiari:

da Marzo infatti sono aumentate le chiamate alle helpline che sono diminuite a Maggio, delineando un trend diametralmente opposto all’andamento generale della delittuosità (che diminuisce con la chiusura e risale con l’apertura).

“Una testimonianza di come il lockdown abbia inciso su situazioni di disagio esistenti all’interno delle mura domestiche” afferma Stefano Delfini, direttore del Servizio Analisi Criminale.