Ucciso dal Coronavirus, morto il clown che rendeva felici i bimbi in ospedale

24 Giugno 2020 - 11:46

Ucciso dal Coronavirus, morto il clown che rendeva felici i bimbi in ospedale

Lutto in Brasile per la morte di Potato the Clown, al secolo Leandro Maduro Costa, famoso a Rio de Janeiro per la sua attività di volontariato al servizio dei bambini ammalati nell’ospedale cittadino. Ad ucciderlo a soli 44 anni è stato il Coronavirus, che ha molto probabilmente contratto proprio mentre cercava di far divertire i piccoli pazienti. Non ha potuto neppure realizzare il suo sogno di essere seppellito vestito da pagliaccio, come ha raccontato al quotidiano inglese The Gaurdian l’amico e collega Felipe Alves Guimarães. “È stato straziante. Lo scorso 11 maggio hanno partecipato alla cerimonia di sepoltura solo pochi parenti a causa delle norme anti-Covid. Non ho potuto salutarlo come lui stesso avrebbe voluto né chiedere a Dio di dargli il benvenuto tra le sue braccia”.

Maduro è nato e cresciuto a Fazendinha, famosa favela, prima di trasferirsi da adolescente a Realengo. A causa delle difficoltà economiche della sua famiglia, nel corso della sua vita ha fatto di tutto, ha prestato servizio nell’esercito, ha lavorato come DJ e soundman per il gruppo funk più famoso di Rio, Furacão 2000, ma è stato anche un attivista sociale che ha fondato un progetto comunitario chiamato Companhia do Amor (La compagnia dell’amore). Ma fare il clown era la sua vera vocazione. “È nato davvero con qualcosa di speciale”, ha detto sua moglie, Monique Santos, che ha aggiunto: “Portare un sorriso nella vita delle persone ha calmato la sua anima”. Ha trascorso la sua vita in ospedale per dare sollievo a chi soffriva, fino alla fine dei suoi giorni. I primi sintomi dell’infezione da Sars-CoV-2 sono comparsi il 4 maggio. Aveva tosse e febbre alta. Ma sembrava essere sulla via della guarigione. Su Facebook il 7 maggio ha pubblicato un post per ringraziare coloro che gli erano stati vicini con le loro preghiere. Ma neanche 24 ore dopo le sue condizioni sono peggiorate, anche perché soffriva di diabete e pressione alta, patologie pregresse che hanno compromesso il quadro clinico. “Aveva le labbra viola, non voleva andare in ospedale ma l’abbiamo costretto”, ha raccontato ancora la moglie. Poi è arrivata la notizia del decesso: “Era una persona eccezionale. La tua felicità ha fatto bene al mondo”, si legge su alcune lettere scritte dai bambini ammalati che lui seguiva e che sono state recapitate alla sua famiglia.

Fonte Fanpage