Una storia che ha dell’incredibile eppure è tutto vero. Abigail Palmer, mamma sigle di 33 anni residente a Solihull, nelle West Midlands, nel Regno Unito, è a processo per omicidio perché secondo le pesanti accuse che le se sono state mosse avrebbe premuto con forza sul torace della sua bambina di appena due mesi perché non riusciva più a sopportare il suo pianto. La piccola è stata dichiarata morta dai medici il 2 gennaio del 2017 nel locale ospedale dove appena nove settimane prima era venuta al mondo. Secondo l’accusa, la presenza di fratture costali in un bambino di questa età è indicativa di lesioni intenzionali. La piccola non è riuscita più a respirare e alla fine è morta per asfissia.
Uccide la figlia di 2 mesi
La donna dal suo canto nega l’omicidio e sostiene si sia trattato di una malattia congenita che rendeva fragile le ossa della piccola. I periti dell’accusa però respingono questa tesi spiegando che non c’è alcuna evidenza di malattia che potrebbe aver reso le ossa più soggette alle fratture e quindi tutte le lesioni sono avvenute tramite compressione forzata. Gli inquirenti sospettano che la dona abbia avuto un raptus per i pianto del piccolo accentuato anche dall’uso di sostanze stupefacenti visto che la donna era stata già segnalata come positiva per la cocaina durante uno screening a 15 settimane di gravidanza. A rendere ancora più drammatico quanto accaduto il fatto che i medici stimano che la bimba sia rimasta in vita tra una e tre ore dopo lo schiacciamento con difficoltà respiratorie evidenti senza che la madre facesse nulla.
fonte: Fanpage