Tragedia. Boy scout scava un tunnel nella sabbia, ma muore soffocato: aveva solo 12 anni
Attratto dall’idea di mettere subito in pratica alcuni degli insegnamenti che i suoi istruttori gli avevano impartito, sabato pomeriggio Gage si era messo in testa di scavare un tunnel sotto la sabbia, isolandosi per un po’ dal resto del gruppo. Un lavoro a rischio che sarebbe stato bene non effettuasse da solo, ma la sua voglia di stupire i compagni era stata più forte della prudenza e lui, tutto solo, ha scavato per un bel po’, strisciando nella galleria che man mano diventava sempre più profonda. All’improvviso, però, la duna che lo sovrastava ha ceduto e lui si è ritrovato intrappolato, totalmente sepolto, senza riuscire a venirne fuori. Probabilmente ha tentato di urlare, ma nessuno del gruppo lo ha sentito: erano tutti lontani e, quel che è peggio, nessuno si è accorto della sua assenza per almeno mezz’ora. Quando qualcuno si è reso conto che Gage mancava all’appello, era ormai troppo tardi: compagni e istruttori lo hanno rintracciato rapidamente, scavando sotto la sabbia, ma ormai il ragazzino era in stato di incoscienza e non rispondeva ai tentativi disperati di rianimazione. Una squadra d’emergenza lo ha portato in aereo al Bronson Hospital di Kalamazoo, dove i medici lo hanno dichiarato morto.
La tragedia
Una tragedia per tutti, ovviamente, dalla famiglia alla sezione del Michigan dei Boy Scouts of America, sulla quale pesa l’ombra di possibili responsabilità nella morte di Gage: perché un ragazzino di 12 anni è stato lasciato solo per tutto quel tempo senza che nessuno controllasse cosa stava facendo? Dove erano gli istruttori, ai quali era stato affidato quel gruppo di ragazzini, mentre Gage moriva sepolto vivo sotto la sabbia? Sono interrogativi ai quali, superato il momento del lutto, i responsabili del gruppo scout dovranno dare delle risposte. «Questo è un momento molto difficile per la nostra famiglia di scout – ha scritto su Facebook Donald Shepard, scout executive/Ceo del Michigan Crossroads Council – Porgiamo le nostre più sentite condoglianze alla vittima e alla sua famiglia, che sosterremo in ogni modo possibile». L’organizzazione si è inoltre affrettata a rassicurare i genitori dicendo che il problema della sicurezza dei ragazzi è alla base di ogni attività del gruppo e che i loro figli non corrono pericoli quando sono impegnati nei campi scout di sua competenza. Ma su questo punto le famiglie si stanno ponendo delle domande. (Leggo)