Tony Colombo parla dal carcere: “docce collettive e manca acqua calda”

22 Dicembre 2023 - 11:47

Tony Colombo parla dal carcere: “docce collettive e manca acqua calda”

Tony Colombo, il noto cantante neomelodico, si dice molto provato dalla sua permanenza in carcere. Il cantante palermitano ha raccontato la sua esperienza da detenuto a Samuele Ciambriello, Garante dei Detenuti della Campania. Secondo quanto riportato sarebbero tante le difficoltà e le mancanze avvertite da Colombo nel carcere di Secondigliano.

Ciambriello ha raccontato alcune parole che Tony Colombo gli avrebbe rivolto una volta incontrati: “Quando ho incontrato nel carcere di Secondigliano Tony Colombo, mi ha abbracciato, mi ha riconosciuto e mi ha detto subito questa frase: il carcere non ti priva solo della libertà ma anche della dignità”.

Non solo, il cantante neomelodico si è anche soffermato sulle difficoltà che quotidianamente riscontra nella casa circondariale: “Tony mi ha denunciato le condizioni precarie del carcere, i termosifoni che vengono messi a disposizione in funzione, solo per alcune ore, poca acqua calda. Lui si è ammalato già diverse volte. La stanza lui la condivide con un altro detenuto, poi vanno in alcune realtà collettive, delle docce collettive, lui si trova spazi ristretti, umidità, fili della corrente appesi”.

Ciambriello ha sottolineato come a Tony Colombo il carcere “stia stretto” e quanto gli manchi la libertà quotidiana.

Il Garante dei Detenuti ha poi incontrato anche la moglie di Tony Colombo, Tina Rispoli, detenuta al carcere femminile di Pozzuoli. Come riferito dal Garante, alla donna manca essere nonna e mamma da vicino, quotidianamente. Inoltre ha spiegato che ha trascorso cinque giorni in isolamento a Santa Maria Capua Vetere. Ha sottolineato, inoltre, quanto siano stati lunghi quei cinque giorni per la moglie di Tony Colombo.

Tony e Tina sono finiti in manette lo scorso 17 ottobre. Dopo un blitz della polizia, i due vennero arrestati con l’accusa di aver tessuto rapporti con la malavita organizzata di Napoli. Principalmente, gli affari furono con il clan Di Lauro di Secondigliano. Tanti investimenti realizzati insieme alla cosca criminale. Tra questi, ad esempio, la fondazione di una fabbrica che produceva sigarette di contrabbando.

Fonte: Teleclub Italia

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