«Ti spezzo le ossa…ti taglio con la forbice». E poi botte, schiaffi e sculacciate ai piccoli alunni di una classe
di una scuola dell’infanzia di Nardò (Lecce) da parte di una maestra. Terribili epidosi di violenze continue
e quotidiane confessate dai bimbi e denunciate dai genitori.
Come riporta Leggo.it, segni e lividi sul corpo dei piccoli alunni e intercettazioni ambientali attraverso microspie e cimici piazzate dai carabinieri.
Un corposo dossier di accuse che ha convinto il giudice per le indagini preliminari Michele Toriello a rinviare a giudizio I.F., 61enne maestra.
L’ex insegnante si dovrà difendere in aula già il prossimo novembre. Dal 27 febbraio fino all’11 aprile del 2019, i Carabinieri avevano ricostruito una mole di
episodi che aveva convinto il giudice a sospendere la maestra.
Calci e pugni in faccia a un anziano: arrestato giovane di 25 anni
Un giovane di 25 anni, italiano di origini ungheresi, è stato arrestato dalla polizia di Vicenza
dopo aver preso a pugni e calci un anziano di 73 anni, che era intervenuto per sedare una lite dell’aggressore con la fidanzata.
L’anziano è stato ricoverato all’ospedale San Bortolo con una frattura al femore, e sospette lesioni al capo.
Dal filmato emerge che il giovane viene dapprima avvicinato dall’anziano, gli sferra dapprima un pugno e poi lo scalcia alla testa,
allontanandosi in bicicletta con la donna. La vittima è stata soccorsa dai passanti mentre la polizia, arrivata sul posto,
ha iniziato le ricerche per rintracciare l’aggressore, individuato dopo pochi minuti e arrestato con l’ipotesi di reato di lesioni aggravate.
Dura condanna da parte del sindaco
intervenuto con l’intento di sedare una violenta discussione tra il ragazzo e la sua fidanzata.
«Un episodio assolutamente da condannare – dichiara il sindaco – che vede protagonista in negativo
una persona già conosciuta dalle Forze dell’ordine per vari reati.
Voglio esprimere solidarietà all’anziano picchiato e mi auguro possa guarire al più presto.
Mi congratulo con gli uomini della Polizia di stato che sono prontamente intervenuti individuando e arrestando l’aggressore.
Episodi come questo confermano che qualcosa non va da un punto di vista giudiziario e sulla certezza della pena».