TERREMOTO ROMA. La lunga notte della capitale: case evacuate, chiuso il Duomo
Dopo la forte scossa di terremoto di magnitudo 3.6 di ieri alle 22,43, la terra ha tremato per altre due volte nella zona compresa tra Colonna, Zagarolo, Montecompatri, Monteporzio, San Cesareo, Gallicano nel Lazio e Lunghezza.
La prima replica si è verificata alle 23.06 con magnitudo 1.4, la seconda alle 01.23 con identica magnitudo: due ulteriori scosse avvertite praticamente solo dagli strumenti. Ieri in tarda serata molta gente è scesa in strada dopo la prima scossa di terremoto.
Centinaia le richieste di aiuto e di verifiche arrivate alle sale operative dei vigili del fuoco e protezione civile regionale. Numerose le squadre della Protezione civile di Montecompatri, Colonna, San Cesareo e Zagarolo, in collegamento con la sala operativa regionale, che hanno effettuato monitoraggi e controlli nei centri storici delle cittadine dei Castelli Romani che hanno subito ingenti danni.
A Montecompatri
Sono state evacuate e rese inagibili le abitazioni dei due sacerdoti accanto al duomo centrale, dichiarato inagibile, per via di alcune cadute cornicioni e pericolose crepe all’interno. A Colonna la protezione civile e la polizia locale è al lavoro ininterrottamente da ieri sera, alcune case sono state evacuate in via della Libertà, per i danni del terremoto.
A Zagarolo
Durante la scossa era in corso una festa paesana, in pochi minuti, il centro storico si è svuotato in pochi minuti, presenti i volontari della protezione civile locale, che hanno dato ausilio alla folla.
L’area dei Colli Albani in cui è stato registrato il terremoto è a pericolosità sismica medio-alta. “Famosa per i vulcani, questa zona ha una sua attività sismica frequente e storicamente non sono mai avvenuti terremoti con magnitudo elevatissime”, ha detto ad una agenzia di stampa il sismologo Carlo Meletti, dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Rimangono attivati tutti i centri operativi comunali e intercomunali con la protezione civile e le forze dell’ordine in allerta H 24. In molti hanno preferito passare la notte in strada, in auto e in rifugi di fortuna, stamattina ci saranno altri sopralluoghi nei centri storici, alle chiese e agli edifici più vecchi. (Il Messaggero)