Teresa, uccisa dal cancro a 33 anni: amici e parenti decidono di ricordare il suo impegno e il suo coraggio
Un premio per ricordare Teresa Calvano, la 33enne di Andria scomparsa lo scorso gennaio e conosciuta in tutta Italia per aver trasformato la sua battaglia contro il cancro in un’opportunità per fare del bene e infondere fiducia e speranza nei malati, anche attraverso il progetto “(T)urban wave”: la creazione di turbanti che venivano distribuiti alle donne ricoverate in reparti oncologici. Ad organizzarlo è stata l’associazione Onda d’Urto – Uniti contro il cancro ONLUS di Andria. “La perdita di Terry, nostra amica e componente del nostro consiglio direttivo , ha sconvolto non solo chi conosceva questa giovane donna piena di energia e di voglia di vivere, ma anche tantissimi concittadini che continuano a chiederci come poter contribuire alla lotta contro questa strage silenziosa. Noi non siamo i detentori della verità assoluta, ma la nostra Terry ci ha sempre insegnato a lottare per quello in cui crediamo e noi crediamo nella prevenzione, soprattutto quella primaria e siamo convinti che eliminando o, riducendo, i rischi a monte anche la “media” degli ammalati potrà ridursi” comincia così il messaggio diffuso anche sulla Pagina Facebook ‘Anime Belle’, creata da Teresa nella sua lunga e faticosa battaglia contro il male che l’ha affliggeva, l’osteosarcoma.
Con la famiglia di Terry abbiamo voluto dare vita ad un evento che sarà ripetuto ciclicamente, ogni anno, subito dopo il compleanno della nostra amata (quest’anno la prima edizione sarà l’8/11). Il “Premio Teresa Calvano” vedrà premiato chi si è contraddistinto nel campo del sociale e nell’ambito oncologico, inteso ad ampio raggio, come medici, ricercatori, volontari e attività commerciali che hanno fatto qualcosa di importante per i pazienti oncologici.
L’associazione Onda d’Urto spiega: “Lo strazio per la perdita della nostra carissima Teresa, lo smarrimento e la tensione sociale che questo ha comportato, nuovi casi di bambini e di giovani che purtroppo si stanno ammalando, hanno reso improcrastinabile l’esigenza di una pubblica dichiarazione che sentiamo il bisogno di condividere”. Quindi chiede “anche ai rappresentanti e ai soci di altre associazioni che si occupano di malati oncologici, ai singoli cittadini, di stringersi in un unico sforzo di cuori e di menti per raggiungere il medesimo obiettivo: proteggere i bambini e i giovani dal rischio di cancro per cause evitabili. La salute non ha colori politici o appartenenze a gruppi specifici. E’ nostra e abbiamo il dovere di difenderla, specialmente a favore di chi non può farlo. I bambini sono innocenti e noi adulti invece saremo colpevoli qualora non ci impegnassimo abbastanza. Siamo aperti a suggerimenti operativi per incontrarci e tessere una rete che porti a potenziare la lotta contro una malattia tanto insidiosa quanto molte volte evitabile”. (Fanpage)