I tamponi rino-faringei sembrano essere decisamente meno attendibili nel rilevare la positività al SARS-CoV-2 di quel che ci si dovrebbe aspettare. In base a quanto sta emergendo dalle indagini cliniche; infatti, una quota significativa dei pazienti che manifesta la polmonite da COVID-19 risulta tuttavia negativa a ben due tamponi successivi.
In altri termini, pur soffrendo di una delle complicanze peggiori della patologia infettiva; i campioni biologici prelevati col tampone e sottoposti a un esame di laboratorio chiamato “reazione a catena della polimerasi inversa in tempo reale (RT-PCR)” non rileva RNA virale nelle alte vie respiratorie, con tutto ciò che ne consegue in termini di statistica sul reale numero dei positivi.
A sottolineare l’imprecisione dei tamponi rino-faringei è il dottor Mario Balzanelli; presidente nazionale del SIS 118 e al comando della Covid-19 Station del Servizio di Emergenza Territoriale (SET) – 118 di Taranto, in Puglia.
“Circa 50 pazienti, precisamente 45 su 100 sono risultati negativi a due tamponi nonostante avessero la malattia”, ha sottolineato Balzanelli. “Quando li abbiamo presi in carico avevano la sintomatologia clinica e il quadro radiologico di polmonite interstizio-alveolare da COVID-19, diagnosticato con la TAC del torace che dava esattamente l’immagine ‘a vetro smerigliato’ del virus”. Insomma, erano malati ma non positivi al tampone.
I dati rilevati dalla struttura pugliese, riportati dall’ANSA e dal portale DottNet dedicato ai professionisti dei servizi sanitari italiani, mostrano un quadro abbastanza chiaro sull’efficacia dei tamponi.
Fra i 283 pazienti trattati alla COVID-19 Station di Taranto e inclusi nella casistica dei casi sospetti, quasi i tre quarti (74,2 percento) “presentava sintomi compatibili con la malattia ma è risultato negativo sia a tampone che a TAC”.
Il 13 percento (50 pazienti) sono risultati positivi a entrambi gli esami, mentre il 12 percento è risultato positivo alla TAC ma non al tampone. Ciò significa che su 100 persone con una complicanza significativa della COVID-19, circa la metà non hanno individuato attraverso il tampone rino-faringeo.
Poiché in alcuni casi delle tracce del virus sono state rilevate “in un secondo attraverso l’esame broncoscopico effettuato in Pneumologia”, lo scienziato indica che il SARS-CoV-2 va ricercato anche nelle basse vie respiratorie (nei bronchi) e non solo in quelle alte. Fonte: Fanpage.