Syukur rinuncia al cardinalato: scandalo alle spalle o sincera rinuncia?

24 Ottobre 2024 - 11:30

Paskalis Bruno Syukur: ecco il nome del vescovo indonesiano che avrebbe rinunciato alla nomina a cardinale da parte del Papa.

Non c’è da meravigliarsi se in Indonesia ci si starebbe già chiedendo quali siano i reali motivi che avrebbero portato il vescovo ad una simile rinuncia.

L’indonesiano, che sarebbe stato indicato dal Papa per il concistoro del 7 dicembre prossimo, avrebbe deciso di continuare “a crescere nel servizio della Chiesa e del popolo di Dio”- questo almeno è quanto avrebbe dichiarato per il momento.
Una motivazione che direbbe poco e nulla secondo molti. La notizia infatti avrebbe subito creato molto scalpore nella chiesa di Indonesia, paese in cui è bene ricordare che la maggioranza della popolazione è musulmana.
Riguardo ai motivi della rinuncia da parte dell’indonesiano sessantottenne, molte voci sarebbero circolate nelle ultime ore. Rinuncia che parrebbe abbastanza improvvisa e soprattutto inattesa.
Una delle ipotesi più accreditate vedrebbe il “no”pronunciato da Syukur come il tentativo di evitare uno scandalo. Infatti, secondo le fonti, il sessantottenne sarebbe stato implicato, soltanto alcuni anni fa, in un caso che vedeva coinvolto un falso monaco, Lukas Lucky Ngalngola, più conosciuto come “Fratello Angelo”, il quale sarebbe stato condannato a quattordici anni di carcere nel 2022 con l’accusa di aver abusato di alcuni minorenni dell’orfanotrofio della diocesi di Bogor.
Il caso sarebbe emerso già nel 2019, subito dopo la denuncia di tre vittime. Syukur avrebbe sostenuto fin da subito di essere stato ingannato dal falso monaco. Questo avrebbe sempre dichiarato, al tempo dei fatti, di essere incardinato in un ordine religioso filippino. Almeno questa sembrerebbe essere la versione del vescovo indonesiano, il quale sarebbe stato comunque accusato di non aver mai verificato se Fratello Angelo fosse realmente un monaco e di non aver vigilato la situazione, nel momento in l’impostore gli avrebbe comunicato l’intenzione di aprire un orfanotrofio. In ultima istanza, non per importanza, sarebbe emerso anche che il sessantottenne non avesse mai preso una posizione netta di condanna nei confronti dei casi di abuso nella sua diocesi.
Eppure potrebbe esserci qualcos’altro dietro questa rinuncia. La nomina di Syukur avrebbe gettato nello scompiglio la conferenza dei vescovi indonesiana, di cui Syukur è il segretario. I vescovi più “quotati” di lui, sarebbero andati su tutte le furie, a cominciare da Antonius Subianto, presidente della conferenza episcopale. Sembrerebbe essere il suo il nome che sarebbe girato per la nomina negli scorsi mesi, considerato che, ancora oggi, l’Indonesia, conterebbe solo due cardinali, pur essendo uno degli Stati più popolosi al mondo.
A questo punto in molti penserebbero che il prescelto avrebbe rinunciato per evitare uno scontro di potere all’interno della Chiesa indonesiana. Nonostante ciò Subianto sarebbe stato tra i primi a definire “scioccante” la notizia della rinuncia.
È bene ricordare però che questo non sarebbe il primo caso di rifiuto della berretta cardinalizia da parte di un vescovo durante il pontificato di Francesco. Nel 2022 lo aveva fatto il vescovo emerito di Gand, Luc Van Looy, non a caso anch’egli implicato in uno scandalo di abusi. Il protagonista della vicenda avrebbe affermato infatti che si sarebbe tirato indietro, in quell’occasione, in modo tale che i parenti delle vittime  non “si sentissero colpiti” dalla sua nomina.
Che ci siano stati ben due episodi simili in appena due anni, però, sembrerebbe alquanto  preoccupante.
Questo spingerebbe chiunque a pensare che Papa Francesco sceglierebbe i cardinali senza prima compiere una seria istruttoria sui candidati. Molti infatti verrebbero a conoscenza delle loro stesse nomine, solo dai mass media, dopo l’annuncio ufficiale da parte del pontefice. Un modus operandi che avrebbe lascito lo sconcerto di molti negli ultimi anni.
Fonte: Fanpage.it

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