“Su Tinder adesso c’è meno concorrenza”. Il sesso al tempo del Coronavirus
La libido vince sulla paura. Parola dei «Tinder addicted» come Maria Elena, cantante e musicista romana di 25 anni, che sfida il virus a colpi di incontri con sconosciuti. Utilizza Tinder, l’app di dating più diffusa in Italia, da quando ne aveva diciannove (5,9 milioni di abbonati solo nel 2019, in larga parte giovani dai 18 ai 25 anni) e non ha smesso di farlo neanche in piena emergenza Coronavirus. Anzi.
Gente in quarantena, uffici chiusi e lei va a caccia di sconosciuti?
«Direi che è il periodo migliore. C’è meno concorrenza! (strizza l’occhio, n.d.r.)».
Prego?
«Secondo me è stupido fermare la propria vita perché si è in preda al panico. Anche la propria vita sessuale. Io non ho paura e anzi ne approfitto. D’altronde posso essere contagiata anche entrando in un supermercato o prendendo un caffè al bar. No?».
Anche la comunità Tinder la pensa come lei?
«Non lo so, mi pare che “circolino” meno persone».
Come fa a saperlo?
«L’App funziona tramite match: ogni volta che mi piace qualcuno invio un like. Se il mio like è ricambiato, allora si crea il match e posso iniziare a chattare con l’altra persona. Ultimamente me ne arrivano di meno. Io, invece, lo uso più di prima».
Insomma, il virus non ha contagiato la App?
«Qualcuno ne parla. Mi è capitato un ragazzo svedese che si trova a Roma per l’Erasmus: voleva sapere in che città fossi stata ultimamente, i miei spostamenti. Ma fare domande è una pratica piuttosto diffusa su Tinder perché si incontrano persone nuove».
E con i cinesi come la mettete?
«I cinesi? I “nuovi cinesi” siamo noi italiani!».
Non ha paura neanche di fronte a un picco dei contagi?
«Continuerò a uscire con chi voglio, facendo attenzione».
In che modo?
«Almeno nella fase di conoscenza iniziale non mi avvicinerò troppo fisicamente. E porterò con me, come sempre, un flaconcino di amuchina. Ma poi… ».
Fonte: Leggo.it