Stromboli, la vittima Massimo Imbesi: «Da quassù tutto è più bello»
“Il cielo di Stromboli è diverso”. È quanto scriveva su Facebook Massimo Imbesi, l’uomo che ieri ha perso la vita durante l’eruzione del vulcano Stromboli. Massimo, trentacinquenne nato a Messina ma da tempo residente a Milazzo, aveva affidato quel pensiero al social network anni fa e lo aveva condiviso di nuovo di recente sulla sua bacheca, che in queste ore si sta riempiendo di messaggi di dolore.
Ieri, mercoledì 3 luglio, Massimo Imbesi era in compagnia di un amico brasiliano quando sono stati investiti dalla ricaduta della cenere lavica. I due amici stavano percorrendo un’area libera, dove si può andare anche senza guida perché al di sotto dei 400 metri, a Punta dei Corvi, a Ginostra, quando l’improvvisa sfuriata dello Stromboli lo ha sorpreso.
I vigili del fuoco di Lipari, trasportati dalla Capitaneria di Porto, hanno raggiunto attraverso una mulattiera l’area dove si trovavano i due escursionisti e dove la furia del vulcano ha prodotto gli effetti più devastanti. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e il medico legale. “In quella zona — ha detto il sindaco Marco Giorgianni — non c’è alcun divieto, è un sentiero abbastanza sicuro dove si può andare senza ausilio di guide esperte. In ogni caso non siamo in cima al vulcano. Quindi possiamo parlare di una tragica fatalità che non era assolutamente prevedibile”.
Imbesi frequentava spesso le Eolie ma trascorreva anche periodi lontani dalla Sicilia. Come ricostruiscono le cronache locali, da circa un anno quel suo amore per il mare era diventato anche il suo lavoro.
Aveva infatti superato la selezione per allievo ufficiale di coperta. Al termine di quelle selezioni aveva scritto un lungo post sui social: “Finalmente il mare, di nuovo il mare… quello più conosciuto e familiare però, quello che preferisco, quello della Spiaggia di Ponente di Milazzo, quello di casa”.
Di quella prova superata parlava di “un’esperienza unica, lunga e impegnativa ma necessaria”, e Massimo immaginava il suo futuro: “Mi darà l’opportunità di prendere aerei, treni, alloggi di fortuna, di salire a bordo, di viaggiare, lavorare e godere di questa pazza vita, di questo mare…”. Ma la sua vita è stata spezzata all’improvviso quando lo Stromboli ha fatto segnare due delle esplosioni più forti mai registrate dopo il 1985.
Stromboli, notte tranquilla dopo le esplosioni del 3 luglio
Quella successiva alla tragedia è stata una notte abbastanza tranquilla a Stromboli. Ci sono state piccole scosse durante la notte ma nulla di violento. L’isola è avvolta da detriti e cenere che hanno invaso soprattutto la frazione di Ginostra. In allerta le squadre della Protezione civile regionale e dei vigili del fuoco. In mare c’è anche una nave che è stata allestita per eventuali evacuazioni. “Dall’alba siamo tutti impegnati a spalare detriti che raggiungono anche i sei-otto centimetri di altezza”, ha detto all’Adnkronos Gianluca Giuffrè, abitante di Ginostra. (Fanpage)