Il ministro Francesco Boccia non ha escluso la chiusura di alcune regioni se la situazione epidemiologica dovesse precipitare.
L’aumento di caso preoccupa il governo. E potrebbe non bastare l’obbligo di mascherina stabilito ovunque a livello nazionale. “Le limitazioni di spostamento tra le Regioni non possono essere escluse, non si può escludere nulla in questo momento.
“Bisogna intervenire”
Dobbiamo difendere il lavoro e la salute a tutti i costi. La mobilità tra le Regioni deve essere salvaguardata, ma la situazione dovrà essere monitorata giorno per giorno. Appena c’è una spia che si accende bisogna intervenire”. A dirlo è il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia a “The Breakfast Club” su Radio Capital.
Per il momento insomma non dovrebbero esserci chiusure dei confini regionali, ma l’esecutivo monitora attentamente la situazione, e potrebbero arrivare novità nel prossimo dpcm, che verrà varato sicuramente entro il prossimo 15 ottobre, data di scadenza delle misure al momento vigenti.
Possibili restrizioni
Oltre alle possibili restrizioni sui mezzi pubblici, autobus e metropolitane, che negli ultimi giorni hanno viaggiato con una capienza spesso superiore all’80%, e alla possibile riduzione del limite massimo di partecipanti per feste private ed eventi pubblici, adesso si valuta anche di limitare gli spostamenti all’interno dei confini nazionali. Non ci sono certezze ancora, tutto dipenderà dai numeri dell’infezione dei prossimi giorni.
“La risalita dei contagi era prevedibile. Come riporta fanpage.it, le terapie intensive sono state rafforzate. Questi sono numeri diversi rispetto a quelli di aprile, anche se il virus c’è e bisogna conviverci. Come governo non fissiamo nessuna asticella”, ha detto Boccia.
Sui test rapidi
E sui test rapidi: “Non è accettabile aspettare ore e ore per fare un tampone. Bisogna potenziare i servizi sanitari, stiamo lavorando sui test rapidi perché si possano fare ovunque”. La questione dei test rapidi era stata sollevata due giorni fa anche la ministra dell’Istruzione Azzolina, che ha chiesto al ministro della Salute di autorizzarli nelle scuole, e non solo per lo screening.