“Dobbiamo ancora mantenere il distanziamento, portare le mascherine, lavarci le mani, ma non è per sempre: dopo l’autunno e l’inverno vedremo la luce”.
Così il ministro della Salute Roberto Speranza, in un’intervista a Repubblica, alla vigilia della riapertura dell’anno scolastico.
Il ministro sul vaccino
Il ministro giudica una buona notizia la ripresa dei test sul vaccino da parte di AstraZeneca. “Il caso anomalo riscontrato non era legato al vaccino – spiega – Come Unione europea stiamo comprando un pacchetto 6+1,
quello di AstraZeneca è uno dei sei ed è in fase più avanzata. Ci sono anche gli altri però. E stanno per arrivare cure innovative:
a Siena il professor Rino Rappuoli sta facendo un lavoro straordinario sugli anticorpi monoclonali da cui verranno fuori farmaci efficaci”.
Quanto all’invito a vaccinarsi contro l’influenza, Speranza assicura che sono state prenotate “il 70% di dosi in più rispetto agli altri anni, c’è stato un rafforzamento significativo”.
Fattore scuola
Quanto alla scuola, “abbiamo lavorato con Regioni, Province e Comuni a partire dal documento sulla gestione dei casi Covid, approvato all’unanimità.
Abbiamo fatto più che negli altri Paesi europei. Nessuno pensa che la situazione sia perfetta, non abbiamo la bacchetta magica e i problemi della scuola italiana non nascono col Covid.
Ma ci sono risorse senza precedenti, stiamo provando a investire sul personale scolastico e sulle attrezzature, forniremo 11 milioni di mascherine al giorno a tutti gratuitamente”, assicura il ministro.
Il responsabile della Sanità dice che “è statistico che ci siano” casi covid a scuola, per questo “serve un grande sforzo da parte di tutti.
«Oggi l’Italia sta un po’ meglio di altri Paesi europei»
Numeri alla mano oggi l’Italia sta un po’ meglio di altri Paesi europei. Dobbiamo recuperare lo spirito unitario che a marzo e aprile ci ha permesso di piegare la curva.
Dentro questo sforzo le misure del governo e delle Regioni sono una parte, ma serve il contributo di tutti: medici, pediatri, presidi, insegnanti, studenti, genitori.
È una sfida che riguarda l’Italia, non un problema della Azzolina su cui fare campagna elettorale”.
Serviranno i tamponi, ce ne saranno abbastanza? “Abbiamo rafforzato di molto la nostra capacità di fare test e miglioreremo ancora – evidenzia Speranza – L’obiettivo che ci siamo dati è non lasciare soli presidi e insegnanti, rinsaldare il legame che si era perso tra le scuole e il Servizio sanitario nazionale. Se ci saranno casi Covid, saranno le Asl a intervenire e decidere come procedere. È un processo nuovo, dovremo imparare a gestire questi casi, per questo dico che servono nervi saldi”.
E sulla misurazione della temperatura, precisa: “come ha spiegato il Comitato tecnico scientifico, la febbre va misurata a casa perché il tragitto fino a scuola è già occasione di incontri.
Pensi solo ai mezzi pubblici. E per evitare assembramenti fuori dagli istituti scolastici”. Poi: “stiamo valutanto” sull’abbassare la quarantena a 10 giorni, “ascolteremo prima il Cts e ci confronteremo anche con gli altri Paesi europei”.
Fonte:ilroma.net