Solstizio d’estate, oggi è il giorno più lungo dell’anno
Oggi, 21 giugno 2019, inizia l’estate astronomica. Si celebra il solstizio d’estate, che ufficializza l’arrivo della bella stagione, del caldo (che quest’anno si è fatto notare in anticipo).
Quest’anno il solstizio d’estate si verificherà nell’emisfero boreale alle 15.54 UTC (tempo universale), quando in Italia saranno le 17.54. In quel preciso momento il sole raggiungerà la massima altezza sull’orizzonte dando inizio ufficialmente all’estate astronomica.
Ma che cosa è un solstizio? Qual è il significato della parola “solstizio”? Il termine ha origini latine, da sol, cioè sole, e sistere, cioè fermarsi, e indica il culmine del Sole allo zenit durante il suo moto apparente lungo l’eclittica. Il sole raggiunge il punto di massima e minima declinazione durante due giorni l’anno: il 21 dicembre (solstizio d’inverno), e il 21 giugno (solstizio d’estate). Rispettivamente la giornata più corta e quella più lunga dell’anno.
Cosa causa il fenomeno? La causa si ritrovan nell’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre rispetto all’eclittica, che varia con una cadenza di 41mila anni e cheattualmente misura 23° 27’. Per tutte le località che si trovano a 23° 27’ di latitudine nord i raggi del Sole a mezzogiorno cadono perpendicolarmente.
Il solstizio d’estate è comunemente ritenuto il giorno più lungo dell’anno: è quello in cui fa buio più tardi. In realtà il crepuscolo del 21 giugno non sarà necessariamente il più “ritardatario”, ma sarà sicuramente il più lungo.
Per l’emisfero boreale il solstizio d’estate non è solo il giorno con il maggior numero di ore di luce – dato che può variare a seconda della latitudine a cui ci si trova -, ma anche quello in cui l’intervallo di tempo prima dell’alba e dopo il tramonto sarà massimo nell’emisfero nord e toccherà il picco nel circolo polare artico, con il Sole per 24 ore sopra l’orizzonte.
Il 21 giugno è il giorno più caldo dell’anno? La risposta è no. Il fatto che l’emisfero nord del pianeta sia più colpito dai raggi del Sole non implica necessariamente che il solstizio d’estate sia anche il giorno più caldo dell’anno. A dirlo non siamo noi di TPI, ma gli scienziati. “Pensate all’accensione di un forno, che richiede molto tempo per riscaldarsi e dopo averlo spento, ne richiede altrettanto per raffreddarsi”, ha spiegato a National Geographic il professor Robert Howell, astronomo dell’Università del Wyoming. “Lo stesso vale per il nostro pianeta”.
Le acque degli oceani, così come l’atmosfera, assorbono e rilasciano nel tempo i raggi solari. Ciò significa che, anche se la terra assorbe una gran quantità di raggi solari durante il solstizio d’estate, essi sono rilasciati nel corso del tempo.
Dagli Egizi, agli Incas del Sud America, ai Maya – con il loro osservatorio astronomico in Guatemala -, le antiche civiltà hanno sempre guardato con curiosità al fenomeno.
Persino il famosissimo complesso di Stonehenge, nel Regno Unito, è collegato a questo giorno dell’anno. Durante solstizio d’estate un raggio di Sole attraversa uno dei triliti e cade sull’altare centrale. Questo fenomeno permetteva di comprendere l’avvicendarsi delle stagioni.
Festeggiamenti che si sono persi nel corso dei secoli. Eppure – ancora oggi – alcuni gruppi di persone prestano particolare attenzione al fenomeno: è il caso dei neo-pagani, negli Stati Uniti, e di molti agricoltori, per i quali è importante osservare l’alternarsi delle stagioni per la cura dei campi.
In Alaska invece, da ormai più di un secolo, si svolgono i festeggiamenti per il Sole di Mezzanotte. (Tpi)