Si va verso l’accordo di Governo M5S-Pd: cambia tutto per il reddito di cittadinanza
Prove di manovra tra Pd e M5S: il calo delle tasse sarà realizzato riducendo il cuneo fiscale, quel prelievo che abbatte quanto pagato dagli imprenditori ai dipendenti riducendo il reddito reale, e guardando a famiglie e Sud. La spinta all’economia passerà attraverso un piano di investimenti che guardino all’ambiente, convinti che l’Ue possa non considerarli nel calcolo del deficit. Il reddito di cittadinanza potrebbe essere implementato, con miglioramenti delle procedure che consentono il collegamento con il mondo del lavoro. E le risorse? Passano attraverso la lotta all’evasione, una rimodulazione dei sussidi ambientali e delle agevolazioni fiscali.
La misura di contrasto alla povertà, come ha tenuto a precisare il deputato Giuseppe Brescia, resta attiva nonostante la caduta del governo Conte. E lo sarà sino a quando eventualmente il prossimo esecutivo non deciderà di abrogarla o modificarla. Tuttavia, come fa notare il quotidiano economico Il Sole 24 Ore, la mancanza di alcuni decreti attuativi legati alla misura e alla luce delle dimissioni di Conte c’è il rischio che si rallenti l’attuazione del percorso.
La fase 2 è prevista a settembre: per la precisione dal 2 settembre dovrebbero iniziare le convocazioni dei percettori del reddito per costruire il percorso per la ricerca di un occupazione. Dopo la firma del Patto per il Lavoro, i beneficiari del Reddito di Cittadinanza potranno iniziare a ricevere le offerte di lavoro.
Reddito di cittadinanza: quale futuro
Più in generale c’è da dire che il destino del Reddito di Cittadinanza è legato ad un eventuale prossimo esecutivo. Molto infatti dipenderà dalla sua composizione ed dal programma che intenderà promuovere. Certamente il Movimento 5 Stelle – dopo aver ispirato l’approvazione della misura – nell’ipotesi di un nuovo esecutivo farà di tutto per preservare il Reddito di cittadinanza. Maggiori incognite invece ci sarebbero in caso di ritorno alle urne. (Internapoli)