Sequestro dell’auto ma lo scopre dopo un anno. Indicata nella disponibilità di un familiare indagato per estorsione.

28 Novembre 2020 - 11:05

Sequestro dell’auto ma lo scopre dopo un anno. Indicata nella disponibilità di un familiare indagato per estorsione.

Accade che un giorno nella circoscrizione delle Procura la cui competenza è del tribunale di Napoli un ignaro ed onesto cittadino scopra che la propria autovettura acquistata da un rivenditore che con il tempo si scopre affiliato ad un clan, al momento di rivenderla scopre un fatto paradossale.

Veniamo ai fatti:

L’ignaro cittadino scopre, al momento di una visura al pubblico registro automobilistico, che la sua autovettura è da circa un anno sottoposta ad un sequestro preventivo disposto dall’autorità giudiziaria.

Il difensore nominato (l’Avvocato Francesco Pugliese, penalista) appura che il Pubblico Ministero titolare delle indagini, supportato dagli accertamenti patrimoniali svolti dalla Guardia di Finanza, ha chiesto il sequestro dell’auto perché indicata (erroneamente) nella disponibilità di un familiare di una persona indagata per un episodio estorsivo in concorso con altri soggetti per conto del clan Contini.

Il Giudice delle Indagini Preliminari procede, dunque, alla convalida del sequestro di un bene la cui titolarità, invero, è stata legittimamente trasferita ben prima del momento dell’adozione dello stesso provvedimento cautelare.

Tale aspetto, tanto semplice quanto esiziale, non emerge però dagli accertamenti demandati alla polizia giudiziaria e il Pubblico Ministero, così come il Giudice, non possono che determinarsi nel senso appena illustrato.

Lo stesso Giudice, in accoglimento dell’istanza difensiva corredata da idonea documentazione, revoca il sequestro restituendo il bene all’interessato.

Buon senso, ottima difesa o semplice fortuna, questa volta il malcapitato è riuscito a dimostrare la sua completa estraneità.

Il fatto apre un vulnus molto interessante da percorrere. Tutti sanno, ad iniziare dalle forze dell’ordine che il comparto auto è tra quelli più esposti a “recicli”, non tutti ma molti, hanno “giri” economici a dir poco opachi.

Senza voler utilizzare parole che potrebbero sembrare improprie, ma collusione e favoreggiamento potrebbero essere un buon inizio per gli investigatori.

Partendo per esempio, dal patrimonio immobiliare spesso trasmesso di padre in figlio (così da apparire giustificabile come eredità).