L’inizio dell’anno scolastico si avvicina sempre più, ma non sono ancora stati sciolti tutti i nodi. Anzi. Se dal punto di vista dei trasporti è stata trovata un’intesa, su altri fronti si naviga ancora a vista. Come sulla data di partenza, che alcune regioni stanno valutando di cambiare “last minute”. E come sul numero degli insegnanti disponibili.
ALMENO 50MILA CATTEDRE VUOTE
A tal proposito, a meno di due settimane dall’inizio delle lezioni, come riporta notizie.it, la segretaria generale della Cisl Scuola Maddalena Gissi ha lanciato l’allarme sulle cattedre vuote: delle 85 mila lasciate rimaste libere l’anno precedente, per riempire le quali mercoledì 2 settembre finisce la cosiddetta chiamata veloce, sarebbero almeno 50 mila quelle senza insegnanti.
SITUAZIONE DRAMMATICA
Secondo i dati anticipati dagli uffici scolastici regionali la situazione è drammatica. In Campania mancano oltre 800 prof di italiano, in Puglia 250 di matematica e in Piemonte il 76% delle 6 mila cattedre risulta ancora scoperto. Ancora peggio la situazione delle scuole superiori della Toscana. Qui, su 3700 posti, non ne sono stati trovati neppure 200.
LA CARICA DEI SUPPLENTI
I supplenti pronti a salire in cattedra sarebbero 753 mila, ma le nuove graduatorie provinciali non sono ancora pronte e contengono troppi errori che stanno rallentando le procedure di assunzione. Ciò rende difficile l’assunzione di 85 mila docenti promessa dal Ministero dell’Istruzione che secondo le associazioni sindacali non andrà oltre il 25-30%.
LE RICHIESTE DI ESONERO
In più i presidi stanno facendo i conti con le migliaia di richieste di esonero da parte di docenti che per motivi sanitari non vorrebbero tornare nelle aule. Fatto, quest’ultimo, che potrebbe creare ulteriori problemi.
LO SLITTAMENTO
I sindacati avrebbero dovuto discutere dell’argomento nella mattinata di mercoledì 2 settembre, ma l’incontro con gli addetti ha subito uno slittamento. Sommando le cattedre vacanti con quelle che potrebbero rimanere vuote se le richieste di esonero venissero accettate, mancherebbero 250 mila insegnanti di ruolo. Tenendo conto che in totale i docenti sono 800 mila, ciò vuol dire che uno su quattro sarà precario.