Scuola, al via l’autunno caldo. Studenti in piazza in 30 città: «Ribalteremo il Governo»

12 Ottobre 2018 - 10:58

Scuola, al via l’autunno caldo. Studenti in piazza in 30 città: «Ribalteremo il Governo»

Scuola, al via l’autunno caldo. Studenti in piazza in 30 città: «Ribalteremo il Governo»

Studenti in piazza in oltre 30 città italiane per protestare contro le politiche legate alla scuola messe in atto dal “governo del cambiamento”, che viene accusato di “propaganda” e “strumentalità”. Aderiscono all’iniziativa anche gli universitari e la Flc Cgil rivendicando l’urgente necessità di messa in sicurezza degli edifici scolastici, un ripensamento dell’alternanza scuola-lavoro e investimenti per il diritto allo studio.

In piazza in tutta Italia

Ma gli studenti sono scesi in piazza un po’ in tutta Italia, lanciando l’hashtag .agitiamoci e con lo slogan “Serve una scossa”. Da Monza a Torino, da Napoli a Catania, migliaia di studenti medi, delle superiori e gruppi universitari protestano contro l’esecutivo e chiedono un “vero cambiamento” nel settore istruzione. “Scendiamo in piazza in tutta Italia – dicono – perché vogliamo smascherare i bluff dei ministri che parlano di sicurezza e innovazione per le nostre scuole ignorando le vere condizioni delle studentesse e degli studenti. La scuola pubblica fa acqua da tutte le parti. Bloccheremo le città e agiteremo il paese: Salvini e Di Maio state attenti, il 12 ribalteremo il vostro governo del cambiamento”. I motivi della protesta”Edilizia scolastica, diritto allo studio, codice etico” sono le rivendicazioni principali degli studenti, che accusano: “Ancora troppi silenzi e nessuna risposta sui disastri della legge 107, dalla riforma dell’Esame di Stato all’alternanza scuola-lavoro; non esiste un piano reale di finanziamento sull’edilizia scolastica: ancora nel 2018 ci crollano i soffitti in testa, pretendiamo la messa in sicurezza degli edifici, spazi aperti e di qualità; non esiste la garanzia del diritto allo studio: la dispersione scolastica è un cancro del nostro Paese e troppi studenti e studentesse sono costretti ad abbandonare il loro percorso: pretendiamo un reddito di formazione per tutti che abbatta le diuguaglianze e che ci garantisca di vivere le nostre scuole e la nostra città senza che siano le barriere economiche e sociali a decidere sul nostro futuro e sulle nostre aspettative; non esiste alcun tipo di tutela nei percorsi di alternanza scuola-lavoro che troppo spesso si sono rivelati dannosi, costosi, non formativi e utili solo a farci lavorare gratuitamente magari da enti privati che distruggono le nostre città: pretendiamo un Codice Etico che ci tuteli e che garantisca i nostri diritti e che proibisca alle aziende e agli Enti Privati collusi con la mafia o colpevoli di disastri ambientali di lucrare sulla nostra formazione”. (Tgcom24)