45 giorni chiuso a chiave in una stanza d’albergo a giocare a videogiochi: questa la bizzarra vicenda di un impiegato bulgaro a Tokyo, che è stato ritrovato dopo che i colleghi di lavoro ne avevano denunciato la scomparsa.
L’uomo, che già da tempo combatteva una grave dipendenza da gaming, è stato ritrovato mentre era alle prese con Fortnite e Call of Duty, dopo che da 45 giorni aveva smesso di andare a lavoro e si era isolato da amici e parenti.
Quando l’uomo è stato rintracciato dalla polizia, si è rifiutato di uscire dalla stanza d’albergo, costringendo il padre 70enne a prendere il primo volo per Tokyo e sfondare la porta per portarlo via.
Tony Marini, lo sponsor che lo segue attualmente in terapia, ha dichiarato di aver assistito a “una scena inquietante”: la camera era disseminata di bottiglie colme di urina, perché l’uomo aveva smesso persino di andare in bagno.
Ora il bulgaro è ricoverato in una clinica di recupero nel Peeblesshire, in Scozia, dove lo stesso Marini a fronte di questo episodio sta cercando di esortare il Servizio Sanitario Nazionale scozzese ad aprire un’unità specializzata, perché si occupi specificamente di coloro che sono affetti da questo tipo di dipendenza.