Mariolina Castellone, senatrice campana del Movimento 5 Stelle, analizza il momento della Sanità italiana spiegando come il divario tra Nord e Sud, nella ripartizione dei fondi per il servizio sanitario, stia dividendo il Paese nel diritto di accesso alle cure. La Castellone affonda il colpo chiedendo al più presto una revisione del riparto dei fondi:
«Un divario atavico attanaglia il Paese – spiega Mariolina Castellone – tracciando una linea netta tra Nord e Sud, anche nel diritto di accesso alle cure. Un divario accentuato nell’ultimo decennio, che ha visto i fondi per il servizio sanitario ripartiti in maniera non equa: al Nord arrivano più risorse nonostante il rischio di ammalarsi, per svariate ragioni, non ultima la deprivazione sociale, sia molto più alto al Sud.
Già durante il governo giallo-verde avevo chiesto di arrivare presto ad una equa ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale, che tenesse conto del fabbisogno reale di salute delle regioni e non della spesa storica (come accade adesso) e di operare perché i cittadini delle regioni in piano di rientro non fossero penalizzati nell’accesso alle cure.
I dati della Corte dei Conti sono chiari: la spesa pubblica in Italia dal 2010 al 2020 ha garantito il 42% dei finanziamenti al Nord e solo il 23% al Sud.
I criteri di riparto che definiscono lo schema attuale, revisionato nel 2017, considerano – continua la senatrice campana – per la determinazione della spesa sanitaria pro-capite soprattutto la composizione anagrafica della popolazione e la spesa storica. Ovvero, le regioni ricevono fondi in base a quante prestazioni hanno erogato, quindi, per assurdo, più i cittadini si curano più fondi riceveranno in futuro mentre dove non si accede alle cure si avranno meno fondi.
Infine, consideriamo che Lazio, Campania, Abruzzo, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna sono state tutte sottoposte negli ultimi anni a piani di rientro della spesa sanitaria che hanno aggravato la situazione imponendo ulteriori tagli di e sacrifici su fondi già insufficienti.
E’ quindi fin troppo evidente e documentato uno “squilibrio tra i bisogni potenziali di assistenza sanitaria e i criteri allocativi delle risorse adottati” (rapporto annuale ISTAT 2015), incompatibile con i principi fondamentali della nostra Costituzione.
E’ arrivato il momento – conclude Mariolina Castellone – di invertire la rotta e di lottare tutti insieme, al di là dei colori politici, affinché l’art. 32 della carta costituente rappresenti baluardo di tutela concreto del diritto alle cure degli italiani, indistintamente da Nord a Sud».