Terrore a Damasco. Un attentatore si è fatto esplodere in una chiesa greco-ortodossa durante la messa. L’attacco kamikaze è avvenuto domenica 22 giugno. Almeno 20 persone sono morte. Più di 50 sono rimaste ferite.
Secondo il ministero dell’Interno siriano, il kamikaze era un militante dell’Isis. Prima ha sparato contro i fedeli. Poi ha attivato la cintura esplosiva. La chiesa colpita è quella di Mar Elias, nel quartiere Dwelah, abitato da molti cristiani.
Il bilancio, però, è ancora provvisorio. I soccorritori hanno trovato scene drammatiche. I banchi distrutti, le icone in frantumi, i corpi delle vittime sul pavimento. Le immagini, pubblicate sui social, mostrano il dolore di una comunità sconvolta.
La notizia è stata riportata anche da media israeliani. Il sito Ynet ha citato fonti siriane, confermando l’attacco suicida. L’Isis, che ha già colpito chiese in passato, non aveva ancora rivendicato l’azione al momento della diffusione della notizia.
Il governo siriano ha dichiarato che il terrorista era affiliato al gruppo Daesh. Dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, il Paese è in preda all’instabilità. E l’Isis ne ha approfittato per colpire obiettivi cristiani.
Intanto, la Grecia ha condannato con forza l’attentato. Il ministero degli Esteri ha definito l’attacco “abominevole” e ha espresso solidarietà alle vittime e alla Siria. La comunità internazionale segue con attenzione.
L’attentato alla chiesa di Mar Elias segna una tragica escalation. Colpire i fedeli in preghiera è un segnale gravissimo. La Siria, già ferita dalla guerra, piange ancora una volta.
Fonte: Virgilio Notizie
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