Fabio Rovazzi, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, è tornato a parlare della morte di suo nonno. L’uomo si è spento lo scorso aprile, dopo aver contratto il Coronavirus.
Per questo il cantante non può tollerare che qualcuno – ancora oggi – metta in dubbio l’esistenza del virus e la veridicità della stessa emergenza:
Fabio Rovazzi ha dichiarato di aver toccato con mano la situazione precaria delle RSA (residenze sanitarie assistenziali) durante l’emergenza Coronavirus. Tuttavia, ha preferito evitare di parlarne pubblicamente sui social.
Da una parte voleva portare rispetto a suo nonno, dall’altra ha compreso che la pandemia è stata una situazione talmente imprevedibile da rendere inutile la ricerca di qualcuno contro cui puntare il dito.
Una protesta che Fabio Rovazzi ha preso a cuore è quella per la morte di George Floyd. Ritiene che nel nostro Paese siamo ancora “indietro sul tema del razzismo”: “Qualcuno mi ha scritto che impedire gli sbarchi non è razzismo.
È fondamentale far capire subito ai ragazzini quali sono i valori da sostenere, l’uguaglianza in tutti campi”. Infine, ha chiarito che l’estate 2020 non avrà un tormentone targato Rovazzi. I mesi appena trascorsi sono stati dolorosi per lui e dato che le sue canzoni nascono dalle sensazioni che vive, non sarebbe riuscito a produrre niente di allegro senza che risultasse clamorosamente finto. Fonte: Fanpage.