Rottura a un passo. Salta l’incontro M5S-Pd, i Dem convocano la war room

27 Agosto 2019 - 12:56

Rottura a un passo. Salta l’incontro M5S-Pd, i Dem convocano la war room

Rottura a un passo. Salta l’incontro M5S-Pd, i Dem convocano la war room

Appare sempre più in salita la trattativa tra Pd e M5S per la formazione di un nuovo governo. L’incontro tra le delegazioni dei due partiti, inizialmente fissato per le 11, è stato annullato.

In un comunicato stampa il Pd annuncia che alle 16 si riunirà la war room del partito. Titolo: “decisioni conseguenti sulla crisi di governo, anche a seguito della cancellazione, da parte della presidenza del Consiglio, dell’incontro previsto questa mattina”.

Fonti Pd fanno sapere che l’incontro tra Zingaretti, Orlando, Conte e Di Maio è stato annullato con una telefonata da Palazzo Chigi. E puntano il dito contro le “ambizioni personali” del leader M5S. “L’accordo di governo – accusano – rischia di saltare per le ambizioni personali di Luigi Di Maio”.

Il muro contro muro continua, dopo la frenata imposta ieri dal leader M5S: “Se non dicono sì a Conte è inutile vedersi, sono stanco dei giochini”. Una frase pronunciata dopo l’incontro finito a notte fonda con la delegazione del Pd guidata da Zingaretti. E ribadita in una nota di stamattina: “Nessun altro incontro fino a quando non avranno chiarito ufficialmente la loro posizione su Giuseppe Conte. Se si vuole il voto lo si dica apertamente”.

Ancora un ultimatum, accusa la  vicesegretaria del Pd, Paola De Micheli. “Sono tre giorni che il Pd parla di proposte: salari, ambiente, sviluppo e imprese, infrastrutture, scuola e cultura. E il M5S risponde soltanto per ultimatum”.

Nel Pd c’è anche chi, come il renziano Francesco Bonifazi, esprime in chiaro sui social l’indisponibilità ad accettare Di Maio al Viminale. Ma ecco che i 5 Stelle subito precisano: “Di Maio non ha mai chiesto il Viminale per il M5S. Prima per noi vengono i temi”.

Il botta e risposta certifica lo stallo nella trattativa, che ieri sembrava invece avere subito un’accelerazione significativa. Le due delegazioni, al momento, non hanno fissato alcun nuovo incontro. E la sabbia nella clessidra scorre veloce. Nel pomeriggio iniziano infatti le nuove consultazioni al Quirinale: alle 16 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceverà la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati; alle 17 il presidente della Camera Roberto Fico; dopo le 18 sarà la volta del Gruppo Misto. Pd e M5s saliranno al Colle domani pomeriggio.

Dal Nazareno, intanto, fanno sapere che la riunione della Direzione nazionale Pd, inizialmente prevista per oggi alle 18, è stata spostata domani alle 10.

In una nota il Movimento dà la colpa alle “idee confuse” del Pd:

In una fase cosi delicata per il Paese non c’è tempo da perdere. Noi stiamo lavorando intensamente per dare risposte immediate ai cittadini. E dobbiamo sbrigarci perché il tempo stringe.

Nel Partito democratico, però, hanno ancora le idee confuse. Predicano discontinuità ma ci parlano solo di incarichi e di ministeri, non si è parlato ne di temi ne di legge di bilancio.

Così non va proprio bene.

Ieri dopo 4 ore di incontro non si è arrivati a nulla. Così non si può lavorare. O si cambia atteggiamento o è difficile.

Rivedremo il Pd quando nei loro organi di partito avranno dato l’ok all’incarico a Conte.

Nessun altro incontro fino a quando non avranno chiarito ufficialmente la loro posizione su Giuseppe Conte. Se si vuole il voto lo si dica apertamente.

Il M5S è la prima forza politica in Parlamento, lo ricordiamo a tutti.

Intanto l’ex ministro Carlo Calenda si sfoga sui social. “Sono stato zitto, come promesso, fino all’inizio delle consultazioni. Ma ora basta. Lo spettacolo è indecoroso. Oggi iniziano e noi stiamo prendendo da giorni schiaffi da Di Maio e soci. C’è un democratico rimasto che si ribelli ai diktat su Conte e a un negoziato che non ha toccato un tema vero (ILVA, Alitalia, Tap, Tav, RDC, Quota 100..)?! #Basta. Partito Democratico”. (Huffpost)