Resuscita dopo 6 ore di arresto cardiaco, i medici: «Un miracolo, non ci sono spiegazioni»
Una donna è sopravvissuta a sei ore in arresto cardiaco causato da una grave ipotermia. “Un caso eccezionale, unico al mondo, di sicuro senza precedenti documentati in Spagna”. Così i medici che l’hanno salvata definiscono la vicenda di Audrey Mash, 34enne britannica di 34 anni, da due residente a Barcellona, ‘resuscitata’ dopo l’incredibile esperienza. Ora si è ripresa, sta bene e non ha riportato conseguenze neurologiche. Sono miracoli che si spingono “ai limiti della vita, che ancora non conosciamo” ha rimarcato Eduard Argudo, del servizio di medicina intensiva dell’Hospital Vall d’Hebron, a Barcellona.,
Insegnante di inglese e residente a Barcellona, il 7 novembre scorso si è persa sui Pirenei, nella zona di Girona. Si trovava insieme al marito, Rohan Schoeman, quando ha lasciato il rifugio quasi all’alba con l’obiettivo di raggiungere una vetta vicina. La coppia è stata però sorpresa a oltre 2mila metri di altitudine da una violenta tempesta di neve, che ha fatto perdere loro la visibilità. Ad avere la peggio è stata Audret: piegata dal vento e dal freddo, intorno alle 13.00 di quello stesso giorno, prima ha cominciato a perdere la parola e la capacità di movimento, poi ha perso conoscenza, come raccontato poi dal marito.
L’uomo è riuscito a chiamare i soccorsi, che sono arrivati sul posto alle 15:40. La moglie, che in quel momento aveva una temperatura corporea di 18 gradi, è stata trasferita in elicottero ed è arrivata al centro sanitario alle 17:44, quando il cuore non batteva ormai più, i polmoni e i reni erano inerti e il corpo non dava più segni di vita. Per ore i medici hanno cercato di rianimarla: nella disperata corsa contro il tempo, hanno anche utilizzato una macchina che ha ossigenato il sangue della donna. E alla fine quando ormai le speranze sembravano aver abbandonato tutti, il cuore ha ripreso a battere. Erano le 21,46.
“Mi è sembrato un miracolo”, il commento di Audry, “è come se fossi tornata in vita”. Secondo quanto ha spiegato il medico del servizio di Medicina Intensiva, Eduard Agudo, l’organismo della donna ha resistito al blocco cardiaco per sei ore proprio grazie alla bassa temperatura corporea che, in pratica, ha ‘congelato’ il cervello, poiché “a una temperatura normale avremmo di certo certificato la morte”. Per le successive 24 ore alla donna è stata indotta una lieve ipotermia indotta, per minimizzare i possibili danni al cervello. E ha poi trascorso i sei giorni successivi in rianimazione e 11 in reparto, fino a che non è stata dimessa. E presto potrà tornare ad insegnare. (Fanpage)