Sette soldati hanno tenuto sequestrata e stuprato in gruppo una bambina di dodici anni rapita dalla comunità che erano chiamati a proteggere.
È accaduto in una zona rurale del dipartimento di Risaralda, la vittima è una bimba indigena dell’etnia embera-katío sequestrata il 22 giugno.
I sette militari, di cui sei attori dello stupro e il settimo spettatore, hanno ammesso le proprie responsabilità e sono stati incarcerati su ordine del procuratore generale Francisco Barbosa, che ha contestato loro il reato di “abuso carnale aggravato su una minore di 14 anni”.
I fatti denunciati dall’Organizzazione nazionale indigena della Colombia (Onic), secondo la quale la presenza dei militari sul posto è diventata un “fattore di rischio, invece che di garanzia e sicurezza per le popolazioni e comunità indigene”.
Il crimine, infatti, secondo l’organizzazione che difende i diritti dei nativi, e si aggiungerebbe a una “lunga lista di atti atroci” da parte dei militari.
Il presidente della Repubblica, Iván Duque è intervenuto assicurando che sarà: “implacabile nelle indagini, come nelle pene”. “La notizia mi ripugna come procuratore generale, come colombiano, come padre di famiglia e come uomo”. Fonte: Fanpage.