Il covid-19 hospital delle Marche, che il suo mentore Guido Bertolaso ha definito “un’astronave”; è pronto ad accogliere i primi pazienti che dovrebbero arrivare domani dalle altre strutture sanitarie regionali;
Quando il governatore decise di seguire il modello Lombardia coinvolgendo Guido Bertolaso per la realizzazione di un ospedale dedicato esclusivamente; alle terapie intensive e sub intensive in un’area fieristica di 5.436 metri quadrati a Civitanova Marche.
La struttura costata circa 12 milioni di euro, 5 dei quali dalla Banca d’Italia, e i fondi amministrati dall’Ordine di Malta.
La scorsa settimana il covid hospital, realizzato a 5 chilometri di distanza dal primo vero ospedale; contiene 84 posti letto – 42 di terapia intensiva e rianimazione e altri 42 posti di sub-intensiva – e nelle intenzioni della Regione dovrà accogliere tutti i pazienti covid ora ricoverati nelle terapie intensive degli altri ospedali marchigiani.
I rianimatori: “Nell’ospedale covid sicurezza dei pazienti non garantita”
La realizzazione dell'”astronave” ha avuto forti critiche sia politiche che tecniche. In molti si sono chiesti perché affidare a un ente privato – l’Ordine di Malta – la gestione di milioni di euro di donazioni sia pubbliche che private, ma in molti – soprattutto tra i medici – hanno contestato la necessità di realizzare in centro covid in un’area fieristica distaccata chilometri dagli altri ospedali.
Da “eroi in prima linea” nell’emergenza sanitaria più critica dell’ultimo secolo i medici sono stati ritenuti immeritevoli di ascolto. Il dottor Marco Chiarello, ex primario del reparto di rianimazione di Camerino oggi in pensione e presidente regionale dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani emergenza aerea critica (Aaroiemac).
Soprattutto oggi, visto che non ci sono molti casi gravi, occorrono anche altre figure come cardiologi, infettivologi, pneumologi. Il trasferimento dei malati dagli ospedali in cui si trovano è possibile solo a condizione che trovino la stessa qualità di assistenza sanitaria. In caso contrario, la sicurezza dei degenti non è garantita”.
Come se non bastasse nell'”astronave” verrebbero trasferiti solo una manciata di pazienti. I ricoverati in terapia intensiva e sub intensiva in tutte le Marche infattu sono 13.
“Si tratta per lo più di malati cronici che in realtà dovrebbero essere trasferiti in reparti di lungo degenza. Oggi non abbiamo pazienti da rianimare. Il loro trasferimento, quindi, sarebbe solo una simulazione in vista. Fonte: Fanpage.