Polemica sulla morte di Desireé: «Si drogava, è stata fortunata»

31 Ottobre 2018 - 16:37

Polemica sulla morte di Desireé: «Si drogava, è stata fortunata»

Polemica sulla morte di Desireé: «Si drogava, è stata fortunata»

“Desirée si drogava, aveva mentito alla nonna e se n’era andata a Roma a comprare droga. Nella sciagura è stata fortunata. Si, fortunata e non lo dico a cuor leggero. E’ stata fortunata perché, pare, l’abbiano stuprata e uccisa dei migranti; è stata fortunata perché, perlomeno, le viene riconosciuto lo status di vittima. Grazie alla nazionalità dei suoi aguzzini, Desirée può essere pianta, la massa può provare dolore per la sua morte e i colpevoli possono essere perseguiti. Desirée era a un passo da essere “una che se l’è cercata” o “una tossica in meno”, la sua famiglia viene consolata e rispettata, per un pelo non sono stati additati come pessimi genitori e causa del comportamento antisociale della figlia. Tutta questa “fortuna” mi da i brividi. Mi fa terrore”. E’ quanto si legge in un post Facebook di Potere al Popolo, movimento di estrema sinistra, che ha rilanciato il messaggio di un’attivista di ‘Rete antirazzista Iblea’, movimento apartitico ad adesione individuale che si batte contro ogni forma di discriminazione, sfruttamento, retorica nazionalista e securitaria. ‘Fortuna’ che, non consisterebbe in altro se non nell’avere a disposizione “un colpevole accettabile su cui scatenare la rabbia”. In questo caso, e il messaggio è chiaro, “più colpevole della ragazzina sono i suoi aguzzini perché migranti, non in quanto aguzzini”. Ci sono altri casi “ugualmente gravi, in cui la vittima è stata anche additata come colpevole di ciò che l’è accaduto e solo perché gli aguzzini erano italiani e ben integrati nel loro contesto sociale”. E viene citato il caso della bambina calabrese abusata da un branco di concittadini per anni “a cui il paese ha voltato le spalle”.

“Tutta questa ‘fortuna’ di Desirée è aberrante perché evidenzia che non ci sono diritti effettivamente riconosciuti per le donne, tutto dipende da chi ti fa del male; una donna non viene automaticamente difesa, dipende da chi la si deve difendere; una donna stuprata e uccisa non merita rispetto, di essere tutelata e compianta, a prescindere, tutto questo accade solo se a farle del male è stato qualcuno che gode di meno tutela sociale di lei. Quindi, donne, la realtà è che siamo colpevoli degli stupri a nostro carico, a parte quando chi ci stupra è un soggetto a cui viene riconosciuta una colpa più grande della nostra: noi siamo discinte, un po’ troie, tossiche, avventate e provocatrici ma i migranti ci battono in colpevolezza perché esistono dove non dovrebbero. La fortuna di Desirée è la tragedia di migliaia di donne abusate e vessate da uomini italiani. E di più. Passano i giorni e Desirée diventa sempre più innocente: era una tossica e adesso forse l’hanno drogata a sua insaputa, anzi neanche cercava droga ma era andata a riprendere un tablet che le avevano rubato. La martire dev’essere ammantata da un velo di santità perché per essere riconosciute come vittime noi donne dobbiamo poter essere descritte come madonne. Tutto questo donne dice una sola cosa: non abbiamo diritto alla sicurezza, al rispetto e ad autodeterminarci in quanto esseri viventi perché tutto questo ci dev’essere riconosciuto di volta in volta, caso per caso. La fortuna di Desirée è la sciagura di tutte noi.”

Fonte: FanPage