Piscina con sauna e amante: il vescovo faceva la bella vita con i soldi della Chiesa
Spese pazze, totalmente ingiustificate, coi soldi sottratti alla Chiesa carinzia e pure un’amante. Così il vescovo della Bassa Austria, Alois Schwarz, è finito nel vortice delle polemiche e su tutti i giornali del mondo.
Tanto per dare un’idea, come riporta il Corriere della Sera, solo la piscina con sauna annessa che si era fatto costruire a Klagenfurt, dove fino a maggio – quando è esploso il caso – faceva il vescovo, è costata oltre un milione di euro. Ancora da calcolare, poi, quanti milioni di euro abbia sottratto alla diocesi.
Da tempo la sua a dir poco singolare gestione dei beni ecclesiastici (In Austria lo chiamavano direttamente il “Sistema Schwarz”) che aveva a disposizione era sotto osservazione da tempo e ora i suoi conti saranno passati sotto la lente di un gruppo di lavoro creato ad hoc, ma l’aspetto che ha sconvolto di più è stata la relazione con Andrea Erzinger, la sua amante, che era stata da lui nominata direttrice di un centro di formazione con un compenso annuo di 91mila euro. Dal Vaticano si è dato mandato di indagare anche su questa relazione, probabilmente troppo intima, che aveva instaurato il vescovo.
Negli atti dell’inchiesta dove Schwarz è stato ritenuto colpevole di diversi illeciti, non viene mai fatto esplicito riferimento all’amante, ma si parla di violazione del celibato e a un insolito potere delegato alla donna in questione. Nel dettaglio, riporta ancora il Corriere, “era condizionato dall’arbitrio e dagli umori di questa sua confidente- si legge nel fascicolo redatto a chiusura delle indagini -, a causa dell’obbligo del celibato previsto per i sacerdoti”.
Schwarz, che ha anche una voce su Wikipedia, ha un lungo e prestigioso il curriculum alle spalle. Assistente all’università di Vienna, prefetto degli studi al seminario maggiore, presidente di uffici, commissioni e istituti pastorali d’ogni sorta; fino alla nomina episcopale Giovanni Paolo II, nel 1996. Poi, a maggio scorso, lo scandalo delle spese pazze e il trasferimento da parte di Papa Francesco a St. Pölten, nella Bassa Austria, dove tuttora opera con lo stesso ruolo e grado.
Ma il vescovo respinge ogni accusa. Sia la gestione arbitraria dei beni ecclesiastici, che la relazione proibita. Sostiene di aver sempre agito secondo i valori cristiani e i bilanci presentati, a cui ha lavorato con gli stessi canonici che adesso l’accusano, sarebbero stati equilibrati. Con la sua dipendente, infine, dice che c’era solo un rapporto di grande stima e fiducia. (Caffeina)