Parla la mamma del piccolo Giuseppe ucciso a Cardito: «Non riuscivo a muovermi»
Dopo il padre, anche la madre del piccolo Giuseppe, ucciso a Cardito dalle botte del patrigno, ha rotto il silenzio, anche se lo ha fatto con gli inquirenti. Ai pm la donna, 30 anni, ha provato a raccontare cosa è successo quella domenica nella casa di via Manzoni, quando il suo compagno, Tony Essobti Badre, 24 anni, ha perso al testa e ha cominciato a picchiare a suon di calci e pungi, e poi con una mazza di scopa, i figli di lei. Come ha raccontato ai pm che l’hanno interrogata, la donna era sotto choc, incapace di muoversi mentre l’uomo che amava si accaniva sui suoi figli, la vittima Giuseppe, ma anche sua sorella maggiore, ricoverata all’ospedale Santobono di Napoli, adesso fortunatamente fuori pericolo di vita.
Anche se non è indagata, gli inquirenti stanno vagliando la posizione della donna. I magistrati della Procura di Napoli Nord, titolare dell’inchiesta, vogliono capire perché la donna non abbia reagito e cosa sia accaduto nel periodo intercorso tra il pestaggio e l’arrivo dei soccorsi. Il lasso di tempo, infatti, sarebbe stato enorme: Raphael, fratello di Tony – che ha accompagnato a costituirsi – parla di almeno 4 ore intercorse tra la lite e il pestaggio e la chiamata al 118, effettuata da lui intorno alle 13, quando è arrivato a casa del fratello. In questo lasso di tempo il bambino sarebbe stato riverso agonizzante sul divano, curato solo con alcune bende e con una pomata. (Fanpage)