Da qualche ora Paolo Palumbo non è più solo il malato di Sla più giovane d’Europa, ma anche il primo pilota al mondo in grado di far volare un drone muovendo semplicemente i suoi occhi. Lo chef sardo, 21 anni e da tempo affetto da sclerosi laterale amiotrofica, che non gli permettere di muoversi e di parlare se non tramite un comunicatore oculare, è stato, infatti, scelto per un progetto sperimentale che consentirà di guidare un drone o un altro velivolo proprio attraverso un puntatore oculare modificato. In questo modo, potrà gestire le manovre del dispositivo esclusivamente puntando lo sguardo sullo schermo di un computer. Il software in questione è stato ideato e coordinato dalla società 3D Aerospazio, socia del Distretto aerospaziale sardo.
Paolo sta già facendo l’addestramento e poi dal suo computer potrà far volare un drone a distanza, nello spazio aereo del poligono di Quirra. “Un sogno che si avvera – ha scritto Paolo sulla sua sua pagina Facebook, seguita da più di centomila persone -. Sembrava impossibile, ma questo piccolo desiderio è diventato realtà perché oggi ho fatto la mia prima lezione di volo. Questo grazie a dei ragazzi fantastici, che mi hanno dato un’opportunità unica: quella di essere il primo malato di Sla al mondo a poter pilotare un drone”. Si tratta di una operazione rivoluzionaria, non solo per il 21enne di Oristano ma anche per tutte le persone disabili o con limitato uso degli arti che in questo modo “possono essere coinvolte in tipologie di lavori che sono fattibili attraverso il controllo oculare di un monitor”.
Le prove, forse tra le prime al mondo eseguite con questo tipo di tecnologia, rappresentano la fase iniziale di una serie di test del Progetto SLAPP (Sclerosis Lifeline APP), che saranno effettuati in collaborazione per la parte clinica con l’Unità Operativa Complessa Neurologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari e con l’Istituto Auxologico di Milano (IRCCS) e, per quanto riguarda la consulenza, con l’Ente Nazionale Aviazione Civile (ENAC) che ha patrocinato l’evento. Proprio ENAC, ha sottolineato il vice direttore generale Alessandro Cardi, “spera di poter contribuire alla loro terapia occupazionale offrendo l’opportunità di creare un contatto con il mondo esterno osservandolo attraverso ‘gli occhi’ di un drone pilotato da loro stessi, fermo restando la presenza costante di un pilota di sicurezza”.
fonte: Fanpage