Paga di più il dolce: “Non esiste proprio”

13 Giugno 2020 - 19:14

Paga di più il dolce: “Non esiste proprio”

Cinquanta centesimi in più per dividere la sfogliatella tra due persone. È quanto si è ritrovato nello scontrino uno sfortunato cliente di un bar di Ponticelli. Cinquanta centesimi in più, compresa Iva, perché la sfogliatella è stata divisa per due persone che stavano facendo la consumazione al tavolino, in aggiunta al costo del dolce di 2,10 euro.

Un’aggiunta che ha suscitato l’indignazione di Rosario Stornaiuolo, presidente di Federconsumatori Campania: “Incredibile e ridicolo – scrive sul suo profilo social – Un bar a Ponticelli aggiunge 50 centesimi allo scontrino perché taglia in 2 la sfogliatella. Fermiamo queste pazzie.

Non è una questione di 50 centesimi, ma di etica nel commercio”. Molto sorpreso anche il cliente, che contattato da Fanpage.it commenta: “Devo premettere che abbiamo mangiato un’ottima sfogliatella napoletana.

Ma sono rimasto sbalordito quando ho letto la maggiorazione di 50 centesimi per la divisione del dolce sullo scontrino. Non è tanto una questione di prezzo, perché li avremmo lasciati probabilmente di mancia, ma non possiamo essere noi clienti a dover pagare la crisi del Coronavirus”.

Il bar alle rimostranze del cliente avrebbe risposto che l’utente aveva preso anche un bicchiere d’acqua, non inserito nello scontrino. Mentre c’è da considerare che anche il taglio della sfogliatella è una prestazione lavorativa.

Stornaiuolo (Federconsumatori): “Inaccettabile”
Federconsumatori lega la maggiorazione del prezzo ai possibili rincari per la crisi del Coronavirus. “Comprendiamo le necessità dei gestori dei locali – commenta Rosario Stornaiuolo, di Federconsumatori – ma non è questa la strada.

Non saranno 50 centesimi in più pagati dai clienti ad aiutare a superare la crisi del Coronavirus. Il tema dei rincari è uno degli effetti collaterali della crisi post-Coronavirus di cui si discute da giorni.

I prezzi di molti prodotti hanno registrato un incremento negli ultimi giorni”. C’è da considerare che molti locali, tra cui bar, ristoranti e caffetterie sono rimasti chiusi per i due mesi del lockdown, continuando a sostenere, però, le spese per utenze e canoni di affitto. Fonte: Fanpage.