Orrore. Bimbi abusati ”per gioco“: li vestono da donna e poi li stuprano
In Afghanistan le relazioni omosessuali sono punite severamente, tuttavia, la pedofilia è praticata e tollerata. I Bacha-bazi (letteralmente “bambini per gioco”) sono ragazzini, tra gli otto e i quattordici anni, costretti ad indossare abiti femminili, a ballare e cantare nelle feste per intrattenere uomini molto più grandi di loro. Vengono rapiti, adescati per strada e negli orfanotrofi o venduti dalle loro stesse famiglie e, alla mercé dei loro “padroni”, finiscono per essere abusati sessualmente.
La testimonianza dell’Unicef
Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef in Italia, nel 2015 scriveva: “I ‘proprietari’, chiamiamoli così, dei Bacha-bazi approfittano della condizione di povertà in cui vivono questi bambini e le loro famiglie, sapendo che i genitori non posso rifiutarsi o denunciarli, perché sono troppo potenti e influenti e nessuno avrebbe il coraggio di opporsi”. Sono proprio i “signori della guerra” – come denunciò nel 2010 il documentario “The dancing boy of Afghanistan” del giornalista Najibullah Quraishi – i principali responsabili di rubare l’identità e la sessualità dei ragazzi costringendoli a travestirsi da donne per il loro piacere. Per i comandanti militari e i membri dell’élite avere un proprio “harem” di Bacha-bazi rappresenta uno status sociale, simbolo di potere e influenza. “Le donne sono per crescere i figli, i ragazzi sono per il piacere”, recita un detto comune in molte parti dell’Afghanistan. Questa forma di sfruttamento, radicata per decenni nelle regioni settentrionali – dove i Mujaheddin durante l’occupazione sovietica trascorrevano lunghi periodi lontano da casa assieme ai bambini soldato – negli ultimi anni ha cominciato a diffondersi nelle aree controllate dai talebani. E anche tra le fila dell’esercito afghano i ragazzi sono costretti a vestirsi da donna, a ballare e avere rapporti sessuali. Se si rifiutano, vengono uccisi, come ha segnalato il blogger Asfandyar Bhittani suo suo account Twitter. (Fanpage)