Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e induzione in falso in atto pubblico. Sono questi i reati contestati dalla Guardia di finanza di Livorno agli ideatori di un giro di “matrimoni di convenienza” tra italiani; sudamericani e nordafricani, finte nozze finalizzate all’ottenimento di un titolo di soggiorno nel nostro Paese.
L’operazione denominata “Stranamore”, coordinata dalla procura di Livorno, ha visto impegnati 100 finanzieri appartenenti a 10 Reparti del Corpo; coordinati dal Comando provinciale e dal Nucleo di polizia economico-finanziaria.
Un uomo di 55 anni della Repubblica Dominicana, da anni residente nel capoluogo toscano, è finito in carcere: è considerato la “mente” dell’organizzazione.
Per 4 italiani, tre uomini e una donna, è scattato l’obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria. Sono 55 le perquisizioni eseguite nelle province di Livorno, Siena, La Spezia, Torino e Padova. Cinquantasei complessivamente gli indagati.
Gli sposi si incontravano solo per il matrimonio
Secondo quanto ricostruito, in almeno 24 occasioni in cinque anni, altrettanti livornesi che dovevano versare una somma compresa tra i 6000 e 8000 euro.
Gli sposi di regola si incontravano solo per le formalità burocratiche e nella maggior parte dei casi si separavano appena usciti dal Municipio. Considerando solo i 24 matrimoni di cui è stata accertata la falsità (numero probabilmente destinato ad aumentare sulla base degli elementi raccolti); il volume d’affari illecito è nell’ordine dei 150-200 mila euro; a dividersi i soldi gli sposi italiani, l'”agente matrimoniale” dominicano e altri complici.
Ignari e incolpevolmente coinvolti nel sistema illecito sono risultati i pubblici ufficiali intervenuti nella celebrazione delle nozze (in 23 casi presso il Comune di Livorno e in un’occasione presso quello di Rosignano Marittimo) e nel rilascio dei titoli di soggiorno.
Coppie caratterizzate da grosse differenze d’età
Gli organizzatori reclutavano gli sposi tra italiani, sia uomini che donne, per lo più gravitanti nelle aree limitrofe a piazza della Repubblica e via Garibaldi, che spesso avevano bisogno di denaro per acquistare stupefacenti.
Le coppie erano caratterizzate dalla differenza d’età, a volte anche consistente: in due casi, le “spose” dominicane si sono ritrovate poco dopo il matrimonio vedove di uomini anche di trenta anni più anziani.
Ad una di queste è stato contestato anche l’abbandono di persona incapace di provvedere a se stessa in ragione delle patologie sofferte e dell’età avanzata del marito ultra 70enne. Fonte: Fanpage.