OMICIDIO SARAH SCAZZI. Cosima e Sabrina tornano a casa da innocenti: ecco perché

5 Settembre 2018 - 16:37

OMICIDIO SARAH SCAZZI. Cosima e Sabrina tornano a casa da innocenti: ecco perché

OMICIDIO SARAH SCAZZI. Cosima e Sabrina tornano a casa da innocenti: ecco perché

“Il processo che ha condannato Sabrina e Cosima potrebbe essere annullato per la violazione di un fondamentale diritto delle due imputate: potrebbero tornare a casa innocenti. Del resto, noi abbiamo sempre sostenuto che fossero vittima di un errore giudiziario”. Così a Fanpage.it, l’avvocato Roberto Borgogno, legale di Cosima Serrano sulla notizia, circolata nelle ultime ore, del parere favorevole della Corte Europea dei diritti umani al ricorso contro la sentenza che ha condannato madre e figlia per il delitto di Avetrana.

La storia

Facciamo un passo indietro. Avevamo lasciato Cosima e Sabrina in carcere dopo la condanna definitiva in Cassazione per l’omicidio della piccola Sarah Scazzi, trovata cadavere in un pozzo ad Avetrana otto anni fa. La parola fine è stata pronunciata con una sentenza dell’ottobre 2017, quando la suprema Corte ha confermato che a strangolare la quindicenne fu la giovane estetista con l’aiuto di sua madre e che Michele Misseri, ‘zio Michele’, reo confesso dell’omicidio e condannato a otto anni per occultamento di cadavere, aveva solo depistato le indagini. Che cosa è cambiato da allora? Ora facciamone un altro. Il 26 agosto 2010 Sarah Scazzi scompare da Avetrana mentre si appresta ad andare a casa della cugina Sabrina, il cellulare viene ritrovato dal padre di Sabrina, Michele Misseri qualche giorno  e sempre lui, messo sotto pressione dagli inquirenti, fa trovare il corpo e confessa: “Sono stato io è, è stato un raptus”. Il corpo di Sarah viene recuperato e il colpevole messo in cella, una storia triste, ma nitida. E invece no: Cosima Serrano, la moglie di zio Michele (sorella della mamma di Sarah) e sua figlia Sabrina, cugina maggiore e al contempo amica del cuore di Sarah, vengono ascoltate molte volte. Nella vicenda si staglia una figura maschile, quella di Ivano Russo, protagonista di un tiepido flirt con Sabrina quella stessa estate e di una tenera amicizia nata negli stessi giorni con Sarah, la piccola della comitiva. Intanto Michele cambia versione, si contraddice e in un’occasione si lascia perfino sfuggire un’accusa a moglie e figlia. Le carte si sparigliano, i diari di Sarah rivelano un malumore, interpretato come movente, tra le due cugine e legato, sembra, ai rapporti con Ivano.