Omicidio Pamela: «Oseghale la fece a pezzi quando era ancora viva»

6 Marzo 2019 - 13:26

Omicidio Pamela: «Oseghale la fece a pezzi quando era ancora viva»

Omicidio Pamela: «Oseghale le tagliò una gamba quando era ancora viva»

“Mi disse che la colpì prima con un colpo di coltello al fianco e le tagliò una gamba. La colpì ancora al corpo con il coltello, perché la ragazza era ancora in vita”. È il raccapricciante racconto che sta andando in scena nell’aula del tribunale di Macerata nel corso della testimonianza di Vincenzo Marino, il supertestimone d’accusa contro l’imputato Innocent Oseghale.

È un giorno cruciale per il processo Pamela Mastropietro. È stato convocato per l’udienza di oggi, 6 marzo 2019, Vincenzo Marino,  il testimone chiave a carico di Innocent Oseghale. Marino, ex uomo di ‘ndrangheta e oggi collaboratore di Giustizia, era detenuto nello stesso carcere dove venne portato, quasi un anno fa, Oseghale e proprio lì, tra le mura del penitenziario, Marino avrebbe ascoltato la confessione di Oseghale dell’omicidio di Pamela. Il suo ruolo è fondamentale, tanto che in questo processo la sua testimonianza è ritenuta il principale tassello nell’impianto accusatorio contro il nigeriano Oseghale. Senza la conferma di quella confessione, che minacciava di saltare, dimostrare la colpevolezza di Oseghale potrebbe essere molto difficile.

Alcune settimane fa, la moglie di Marino, che dopo la collaborazione del marito era stata inserita nel programma di protezione testimoni, aveva fatto sapere di essere spaventata e di sentirsi in pericolo, dopo che il programma di protezione era stato revocato. Anche secondo Marino, lui e la sua famiglia sarebbero finiti nel mirino della mafia nigeriana per la testimonianza al processo. “La moglie è già stata oggetto di minacce – ha detto nei giorni scorso l’avvocato Claudia Maria Conidi, legale di Marino – le è stata fatta recapitare una bambolina con la testa tagliata e la scritta ‘Fate questa fine'” ha rivelato l’avvocato, spiegando: “Marino verrà consegnato coattivamente in udienza. Gli ho consigliato di rimettersi alla clemenza della Corte, rappresentando le sue difficoltà, ha intenzione di collaborare, ma l’unica remora è la mancanza di protezione”. Le paure di Marino, alla fine, non gli hanno impedito di testimoniare. (Fanpage)