Oggi Elena Ceste compirebbe 42 anni, il ricordo: “Sarai sempre nei nostri cuori”
Oggi Elena Ceste la mamma di quattro figli uccisa dal marito Michele Buoninconti, compirebbe 42 anni. Nel giorno del suo compleanno il Comune di Motta di Costigliole D’Asti, dove Elena viveva, ha deciso di inaugurare la panchina rossa in suo onore nella piazza della Parrocchia di Santa Margherita. A ricordare la giovane madre di quattro figli vittima di femminicidio sono il sindaco Enrico Cavallero e la referente del centro antiviolenza l’Orecchio di Venere, elisa Chechile. Elena è stata ricordata anche su Facebook, dove in tanti le hanno dedicato messaggi affettuosi. “Sempre nei nostri cuori”, si legge nel post che annuncia l’iniziativa di oggi.
Il caso Elena Ceste
Il 24 gennaio 2014 Elena Ceste scompare dalla villetta di villetta in località San Pancrazio a Motta a Costigliole d’Asti (Torino), dove vive con il marito e i quattro figli. La donna, stando a quanto riferito dal marito, Michele Buoninconti, vigile del fuoco, sarebbe andata via di mattina presto, poco dopo aver fatto la doccia, praticamente nuda nel rigore di una giornata di gennaio. I fari della procura si accendono immediatamente sul marito.
L’uomo, infatti, poco dopo la scomparsa della moglie comincia una relazione a distanza con una donna calabrese, condiziona i figli imponendogli di tacere dei litigi coniugali tra lui ed Elena e racconta, allo stesso tempo, dei messaggi con un altro uomo che Elena gli avrebbe mostrato il giorno prima della scomparsa. È, tuttavia, l’esame degli indumenti ritrovati dalle forze dell’ordine nella camera da letto di Elena a metterle sulla pista dell’omicidio. Sulle calze di Elena vengono rinvenute piccole tracce di fango che i tecnici confrontano in laboratorio con altri campioni prelevati nei vicini corsi d’acqua.
Le tracce sono compatibili con quelle del fango del rio Mersa, un piccolo canale a due chilometri da Casa Ceste- Buoninconti dove, 10 mesi dopo la scomparsa, viene ritrovato il corpo decomposto di Elena Ceste. L’ipotesi investigativa è che chi ha ucciso Elena e ne ha occultato il corpo, abbia portato con sé anche i vestiti che la donna si era tolta prima della doccia – forse nel tentativo di far sparire anche quelli – e che li abbia inavvertitamente sporcati.
Quanto al telefono della donna, quella mattina riceve una chiamata senza risposta dal numero del marito. Per la Procura, quello squillo è un tentativo di capire dove si trova il telefonino e di recuperalo, ma sfortuna vuole che l’assassino lo faccia squillare proprio in prossimità del canale, scoprendo così che è nelle tasche dei vestiti e permettendo in tal modo che si localizzi con il proprio, agganciando la cella vicina al rio Mersa.
Il processo Buoninconti
Un anno dopo Buoninconti viene arrestato con l’accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. Michele si protesta innocente, ma gli indizi contro di lui sono forti. Resta in carcere, dove avvia una corrispondenza con una donna che cercherà di avvicinare e condizionare i figli affinché parlino bene del padre con chi di dovere.
Comincia il processo con rito abbreviato e arriva la prima condanna a 30 anni di carcere. L’appello, in cui il pompiere ripone molte speranze, la conferma. Nel frattempo Buoninconti perde la patria potestà dei quattro figli, ma spera nella Cassazione. I suoi avvocati sostengono che Elena non si sia uccisa e che dunque Buoninconti sia innocente. Anche i giudici del Palazzaccio, però confermano la condanna nel 2018. Oggi Michele Buoninconti è recluso nel carcere di dove studia per una laurea in economia. Il giorno del suo diciottesimo compleanno la figlia di Elena le ha dedicato una dolcissima lettera: “Mamma, ti vorrei qui per raccontarti il mio dolore”. (Fanpage)