Con il Dpcm di dicembre potrebbero arrivare delle novità anche sul coprifuoco, al momento in vigore dalle 22 alle 5 per limitare gli spostamenti delle persone e contrastare così l’epidemia di coronavirus. Infatti, se i dati del monitoraggio della prossima settimana permetteranno di allentare le norme anti-contagio almeno nelle zone gialle, anche in previsione del Natale e delle feste, il governo potrebbe concedere più respiro alle attività duramente colpite dalle restrizioni nelle ultime settimane. Come la ristorazione: si pensa infatti a una riapertura serale di bar e ristoranti a partire da dicembre. In questo caso, chiaramente, andrebbe però rivisto anche l’orario del coprifuoco, che non avrebbe più senso alle 22. Facciamo chiarezza.
Come riporta Fanpage.it, ad oggi, anche nelle Regioni in zona gialla, bar e ristoranti devono chiudere al pubblico alle 18. Possono lavorare con l’asporto fino alle 22, orario in cui scatta il coprifuoco e non è più permesso uscire dalla propria abitazione se non muniti di autocertificazione e solamente per ragioni di lavoro, salute o necessità.
Se i contagi dovessero migliorare nei prossimi giorni
Se la situazione epidemiologica dovesse migliorare nei prossimi giorni, il governo potrebbe però introdurre per il mese di dicembre norme meno severe, anche contando che si stanno avvicinano le feste natalizie. In questo caso bar e ristoranti potrebbero riaprire la sera: chiaramente questo provvedimento avrebbe poca ragione di essere, se le persone fossero comunque costrette a rientrare a casa per le 22. Si pensa quindi a uno spostamento del coprifuoco, alle 23 o alle 24.
Non si tratta solo di permettere a bar e ristoranti di lavorare e alla gente di uscire a cena. Anche per i negozi si pensa ad un’estensione dell’orario di apertura. Considerando il fatto che molte più persone si recheranno nei negozi o nei centri commerciali per lo shopping natalizio, nel prossimo Dpcm il governo starebbe considerando di tenere aperte le attività commerciali fino alle 22 di sera e di concedere a centri commerciali e grandi magazzini di riaprire nel fine settimana. In questo modo non solo si permetterebbe alle attività di recuperare i periodi di chiusura, ma si garantirebbe anche ai cittadini un minor rischio di assembramenti.
Un Natale all’insegna della sobrietà, con il tradizionale cenone ridotto ai minimi termini per colpa del Covid. Il distanziamento, infatti, resta d’obbligo anche sotto l’albero: i regali si possono dare, gli abbracci no.
PRIME INDICAZIONI
Come riporta Leggo.it, le regole che scandiranno i ritmi delle festività natalizie sono state indicate ieri dal premier Conte: «Dobbiamo già predisporci a passare le festività in modo più sobrio: veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci non è possibile. Al di là delle valutazioni scientifiche, occorre buonsenso: una settimana di socialità scatenata significherebbe pagare a gennaio un innalzamento brusco della curva, in termini di decessi, stress sulle terapie intensive. Prepariamoci a un Natale più sobrio, anche se pensiamo ci si possa scambiare doni e permettere all’economia di crescere».
NUOVE MISURE
Per consentire gli acquisti, al vaglio del Governo, ci sarebbe la possibilità dopo il 3 dicembre di tenere aperti i negozi fino alle 22 o le 23, gli accessi contingentati nei centri commerciali e di prevedere un ampliamento degli orari di apertura dei ristoranti. Si tratterebbe quindi anche di allentare il coprifuoco ma soltanto nelle zone meno a rischio.
ZONA PARENTI
Per le Festività sarà consentito ai parenti stretti di spostarsi da una zona rossa per raggiungere la famiglia. Questo per non lasciare soli i “fuori sede”.
LA TAVOLA
La sera della Vigilia così come per il pranzo del 25 dicembre non ci potranno stare a tavola più di 6 persone. Restano proibiti anche feste, balli e cenoni in albergo, le piazze saranno chiuse o a numero ristretto.
LE RIAPERTURE
«Quest’anno il cenone classico con venti persone non si può fare – ha sottolineato anche il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Agostino Miozzo – non ce lo possiamo permettere. Il trend è positivo, quindi sarà possibile una riduzione della tensione e la riapertura di alcuni spazi come i luoghi di ristoro, probabilmente in alcune parti del Paese già dal 3 dicembre. L’auspicio però è che si comprenda bene che non possiamo fare il “Natale liberi tutti”» .