«Non riusciamo più a pagarle le cure e i responsabili sono ancora a piede libero» Eleonora, 10 anni, disabile dalla nascita

29 Novembre 2018 - 12:22

«Non riusciamo più a pagarle le cure e i responsabili sono ancora a piede libero» Eleonora, 10 anni, disabile dalla nascita

«Non riusciamo più a pagarle le cure e i responsabili sono ancora a piede libero» Eleonora, 10 anni, disabile dalla nascita

Lei si chiama Eleonora, ha appena dieci anni, è tetraplegica e lo è dal giorno in cui è nata. Colpa di come è stato gestito il parto da parte di due ginecologhe dell’ospedale Ulss di Rovigo, che – come è stato accertato dai processi – aspettarono quattro ore prima di ricorrere al parto cesareo, nonostante le sofferenze della mamma Benedetta e utilizzando delle manovre che furono poi fatali alla nascitura.

La piccola Eleonora porta sul suo corpo i segni di quel tragico giorno: è tetraplegica e le sue cure costano alla famiglia circa cinquemila euro al mese. La storia, già nota negli anni e nei mesi scorsi, è stata raccontata nella puntata di martedì sera de Le Iene, con un servizio di Veronica Ruggeri, che ha intervistato il direttore generale dell’ospedale Ulss di Rovigo, Antonio Compostella, l’avvocato della struttura e persino i vertici delle compagnie di assicurazioni che coprono i sinistri di parecchi ospedali e strutture sanitarie in Italia.

NON VOGLIONO PAGARE Ciò che infatti ha davvero dell’assurdo di questa storia è l’ostinazione con cui ospedale e compagnie assicurative si rifiutano di dare ai genitori di Eleonora ciò che gli spetterebbe di diritto: il tribunale ha infatti stabilito che l’assicurazione, anche per via della situazione economica difficile di mamma e papà della bimba, deve immediatamente versare 5 milioni di euro di risarcimento alla famiglia. Ma come confermato anche dal legale della famiglia, non solo le assicurazioni non hanno alcuna intenzione di pagare il premio, ma gli stessi legali delle compagnie hanno già annunciato di voler fare appello contro la sentenza, così come gli stessi vertici dell’ospedale, nonostante la magistratura abbia già accertato le responsabilità delle due ginecologhe.

TRA SMORFIE E SPINTONI Le stesse immagini delle due ginecologhe, apparse aggressive con l’inviata Ruggeri e quasi in crisi isterica, fino a darle uno spintone per tenerla fuori dalla porta, sono raccapriccianti. A maggior ragione per via della loro strenua difesa della loro verità: «Io ho la coscienza pulita e continuo a lavorare qui perché la verità è dalla mia parte», ha detto una delle due dottoresse, la Dibello, con la Ruggeri che le ribatteva: «No, lei lavora qui perché è stata salvata dalla prescrizione». Resta impressa anche la reazione dell’altra ginecologa, la Cisotto, che risponde alla Iena con delle smorfie, dopo aver cambiato un paio di versioni diverse di quanto accadde quella notte, e aggiungendo anche che «la signora rifiutò il parto cesareo», ipotesi seccamente smentita invece dalla mamma di Eleonora.

SOCIAL INDIGNATI La vicenda di Eleonora ha indignato i social e il pubblico de Le Iene: in tanti sulla pagina Facebook della trasmissione di Italia 1 hanno lanciato un appello affinché si faccia qualcosa per questa famiglia, che dopo aver speso tutti i propri risparmi per cercare di mantenere la piccola, si ritrova con alcuni mesi di ritardo nei pagamenti dell’affitto, a rischio sfratto e con tantissime spese da affrontare. «Fossi nei panni del giudice che dovrà decidere nel prossimo processo non solo negherei l’appello, ma alzarei la quota dei soldi da dare alla famiglia», scrive Melania. «Aprite un conto corrente così chi vuole fa una donazione anche solo di un euro», suggerisce Mario. «Fate un conto corrente per poter aiutare questa famiglia distrutta», aggiunge MariaDolores. «L’ospedale ti rovina e nessuno paga» era il titolo del servizio delle Iene: ma una volta tanto sarebbe ora che qualcuno pagasse per davvero. (Leggo)