Noemi risucchiata dall’uragano. Il padre ha provato a salvarla: «Prendete il defibrillatore»
Della notte che ha portato via Noemi Magni si ricorderà quel boato inquietante, la tromba d’aria che è venuta dal mare e si è dissolta sulla strada, via Coccia di Morto, nel canale. E Franco Magni, un padre, un combattente. C’è chi sente ancora nelle orecchie le sue urla: «Gridava Noemi, non andartene via, l’ha trovata lui, andando dentro il canale inseguito da un poliziotto e un carabiniere, la figlia stava dall’altra parte del canale, poco lontano la smart nera». E chi quella scena: «Ha posato le sue orecchie sul petto della figlia».
E ha gridato aiuto, disperato. «Non hanno il defibrillatore vai a prenderlo allo stabilimento», ha chieso al fidanzato della figlia, ha provato l’impossibile per trattenerla lì, nel fango ma viva, «ti prego non te ne andare», mentre dall’altra parte della strada i residenti assistevano increduli all’accaduto. La mamma ripeteva: «Svegliami, dimmi che è un che sogno». E’ rimasta esanime come poi tutto il giorno.
«Franco correva e chiamava il nome della figlia», ricorda un amico caro che è accorso in suo aiuto. «È rimasto tutta la notte abbracciato alla figlia». All’alba il corpo di Noemi, da poco chef, era stato portato davanti al benzinaio, dall’altra parte della strada, sul ciglio della strada, seduto a terra sporco di fango, il fidanzato Cristiano, inavvicinabile, gli occhi celesti lucidi, ripeteva «non ci credo».
La Tromba d’aria
Chi era riuscito a non spaventarsi per la tromba d’aria non è rimasto indifferente davanti a quelle urla. «Ho sentito un botto, pensavo alla grandine, poi ho visto il giardino tutto devastato, sentivo urlare, pensavo fosse esploso il benzinaio», racconta Angelica. Anche ieri Franco Magni si è aggirato sconvolto intorno alla sua casa, conosciuta da tutti per le feste, gli inviti aperti a tutti e l’allegria contagiosa.
«Ad Halloween metteva dei gonfiabili e invitava tutti i bambini della via», ricorda la mamma di Lorenzo Mosca un amico della giovane. Lui aggiunge: «L’ho conosciuta allo stabilimento del padre, mi ha subito offerto qualcosa da bere. Si faceva in mille, se ti serviva una mano anche economica».
Si rammaricano gli amici di Cristiano, il fidanzato: «È entrata nel tabaccaio, noi stavamo fuori neanche l’abbiamo salutata, perché abbiamo visto che stava alzandosi uno strano vento e siamo andati via», raccontano davanti alle loro macchine distrutte. Quanto a Mario (il comandante) come sta scritto sul suo profilo Facebook, pochi giorni fa aveva subito una piccola delusione in confronto alla tragedia che l’ha travolto. Ex centurione salito per due volte in passato sul Colosseo per protestare, era tornato sull’Anfiteatro Flavio minacciando di gettarsi per protestare contro l’ordinanza che impedisce alla sua agenzia, la Spqr, Special quality Rome di vendere biglietti ai turisti. Un dettaglio, oramai. (Il Mattino)