Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei diritti umani lancia un allarme: “Non si può insegnare con 40 gradi “. Le condizioni meteo sono troppo estreme
per garantire condizioni ambientali compatibili con i principi costituzionali di tutela della salute”. Mentre vanno ormai in archivio gli esami di maturità, si inizia a
riflettere sulla possibilità di continuare ad assicurare le attività scolastiche in questi torridi giorni d’estate. Non solo “sudate carte” ma anche “sudati studenti e sudati
professori”, viste le temperature. Il problema d’altra parte non esiste solo nell’immediato, anzi. Le alte temperature potrebbero essere un problema anche e
soprattutto all’inizio del prossimo anno scolastico, con il ritorno a pieno regime di alunni, professori e personale ATA negli edifici preposti. L’allarme lanciato già
durante gli esami. Per questo Il Coordinamento aveva esortato “l’avvio urgente di un piano nazionale per l’adattamento climatico delle scuole,
con priorità per le Regioni del Centro-Sud”. Si chiedeva un intervento forte, spinto magari dall’ intervento diretto del Ministro dell’Istruzione e del Merito. Tutte misure
probabilmente necessarie, considerando anche che non sono stabiliti valori precisi per la temperatura nelle scuole. Secondo lo
studio “Sicurezza e Benessere nelle scuole” dell’INAIL, la temperatura ideale per le attività didattiche dovrebbe oscillare tra i 19-22°C in inverno e i 24-26°C in estate, con
un’umidità relativa rispettivamente del 40-50% e 50-60% ma mantenersi in questi range è sempre più complicato. Il Veneto ha provato a fare scuola, stabilendo con la Delibera n. 1887 del 1997 specifici limiti di temperatura e umidità per i luoghi di lavoro, creando un precedente significativo nel panorama legislativo che potrebbe essere esteso anche ad altre zone del nostro Paese. Fonte Tgcom24.