Una partita che sembrava impossibile da immaginare fino a qualche anno fa: Spalletti sulla panchina della Juventus, Conte su quella del Napoli. E al Diego Armando Maradona va in scena la prima sfida in carriera tra i due allenatori che più hanno segnato la storia recente degli azzurri.
Il ritorno di Spalletti nello stadio del suo scudetto non è accompagnato dai fischi che qualcuno si aspettava: il Maradona lo accoglie con una sorta di indifferenza rispettosa, quasi affettuosa. I tifosi del Napoli, in fondo, non hanno mai smesso davvero di volergli bene.
Napoli corto a centrocampo, ma subito feroce
Conte schiera il suo Napoli con la solita disposizione. L’assenza di Lobotka costringe a inserire Elmas dall’inizio, ma gli azzurri non mostrano alcuna difficoltà: anzi, partono a ritmi altissimi.
Il pressing è immediato, feroce, insistente. Neres sembra indemoniato: forma straordinaria, accelerazioni continue, un pericolo costante per la Juve. Højlund, con le sue progressioni, è una minaccia ogni volta che parte in conduzione.
Il gol del vantaggio arriva proprio dalla combinazione tra i due. Neres sfonda sulla fascia destra, ara letteralmente il campo e mette un pallone perfetto in mezzo: il pallone finisce sui piedi di Højlund, che con un’anticipata scivolata sorprende Kelly e batte Di Gregorio sul primo palo.
1-0 Napoli.
Il Napoli continua a martellare. Pressing altissimo, ritmi forsennati, qualità nelle giocate. La Juventus non riesce mai realmente a uscire dalla propria metà campo. Al termine del primo tempo i bianconeri chiudono con appena 0.04 expected goals, cifra che racconta meglio di qualsiasi parola la superiorità azzurra.
La Juventus reagisce e trova l’1-1
Nel secondo tempo Spalletti prova a sistemare la squadra, e la Juventus torna in campo con un atteggiamento più convinto. La reazione arriva quasi subito, con una ripartenza costruita sulla destra: una triangolazione fortuita ma efficace che porta la palla a Yıldız.
La conclusione dell’attaccante turco è sporca, deviata, inganna Milinković-Savić che aveva preso il controtempo e copriva il primo palo. Il pallone, lento ma preciso, si infila sul secondo palo.
1-1.
Oliveira non riesce a chiudere, ma il terzino del Napoli sta comunque disputando una partita di enorme sacrificio, con tante chiusure decisive. In generale la difesa azzurra – Rrahmani, Buongiorno, Beukema – è quasi perfetta.
Il Napoli torna a spingere: Højlund decisivo, Conte festeggia
La Juventus sembra crescere psicologicamente, ma il Napoli non smette mai di giocare. La squadra di Conte continua a credere nel proprio ritmo, nelle proprie certezze, e alla fine viene premiata.
Di Lorenzo trova ancora Neres sulla destra: l’ala rientra sul sinistro e mette un cross tagliato. McKennie sbaglia completamente i tempi dell’intervento, trasformando l’azione in una sponda involontaria che rimette la palla nel cuore dell’area.
Lì arriva Højlund, che di testa impatta con una forza impressionante: Di Gregorio ci arriva, ma devia la palla direttamente dentro la propria porta.
2-1 Napoli.
Il finale è una battaglia di ripartenze, squadre lunghissime, intensità altissima da entrambe le parti, ma il Napoli resiste e porta a casa una vittoria sofferta ma meritata.
Un Napoli trasformato dal nuovo sistema
Il 3-4-3 di Conte funziona, eccome se funziona. Di Lorenzo e Oliveira sembrano rinati come quinti. Lang e Neres devastano le fasce con continuità. Højlund è un centravanti totale: lotta, corre, difende, attacca.
Il Napoli gioca con un’intensità che la Juventus non riesce a pareggiare per larghi tratti.
Gli azzurri tornano primi in classifica, meritatamente, mentre la Juventus scivola a -8 e dovrà rialzarsi in fretta se vuole rimanere attaccata alla lotta scudetto.