Dopo due sconfitte pesantissime — il 6-2 in Champions League contro il PSV Eindhoven e il tonfo in campionato contro il Torino — il Napoli di Antonio Conte ritrova se stesso nel momento più difficile. Allo stadio Diego Armando Maradona, gli azzurri battono per 3-1 l’Inter di Cristian Chivu, tornata a essere una corazzata quasi imbattibile in Serie A. Ma questa volta, la storia ha preso una piega diversa.
Conte sorprende: Neres falso nove
Con Lucca lasciato in panchina, Conte ridisegna la squadra: David Neres agisce da falso nove, sostenuto da Politano e McTominay. Una scelta audace, che rompe gli schemi e mette in difficoltà la difesa nerazzurra.
Dall’altra parte, Chivu schiera la sua Inter con il solito equilibrio tattico e un attacco guidato da Bonny, il giovane centravanti francese che sta sostituendo Thuram.
Rigore, VAR e polemiche: il Napoli passa avanti
La partita parte intensa, piena di contrasti e ribaltamenti di fronte. Succede l’episodio chiave: Di Lorenzo entra in area dopo uno scambio spettacolare con Zambo Anguissa e viene toccato da Mkhitaryan. L’arbitro inizialmente lascia correre, ma dopo un lungo check VAR decide di assegnare il calcio di rigore tra le proteste veementi dell’Inter.
Sul dischetto va Kevin De Bruyne: conclusione perfetta all’angolino sinistro, Sommer intuisce ma 1-0 Napoli. Ma la festa dura poco: il belga si accascia subito dopo il tiro, toccandosi il dietro la coscia. Le sue condizioni preoccupano, e l’infortunio rischia di essere serio.
Inter pericolosa, ma il Napoli resiste
La reazione dell’Inter è immediata. Bastoni sfiora due volte il pareggio di testa — prima alto di poco, poi centrando una traversa piena. Lautaro e Çalhanoğlu ci provano da fuori, ma Milinković-Savić è in serata di grazia.
Un errore di Spinazzola a metà primo tempo regala un’occasione enorme a Lautaro, ma il portiere azzurro salva il risultato. Napoli in vantaggio, ma sofferenza costante.
McTominay, un capolavoro da applausi
Nella ripresa, con De Bruyne sostituito da Olivera, il Napoli sembra destinato a subire. Invece, arriva la magia. Lancio lungo di Spinazzola, Scott McTominay non controlla, sembra perdere il tempo dell’azione, poi scarica un destro al volo imparabile che si insacca all’incrocio opposto.
Gol straordinario, 2-0, e lo stadio Maradona diventa una bolgia.
L’Inter non molla: rigore di Çalhanoğlu
L’Inter alza il baricentro e trova un episodio favorevole. Cross di Bastoni deviato con il braccio da Buongiorno: rigore per i nerazzurri dopo un altro lungo controllo VAR.
Sul dischetto si presenta Çalhanoğlu, che non sbaglia: 2-1, e l’Inter riapre la partita.
Alta tensione e il colpo del KO
Pochi minuti dopo, scintille in panchina: Conte e Dumfries si beccano dopo un fallo laterale, con Lautaro Martínez che interviene in modo piuttosto acceso. Vecchie ruggini tra l’argentino e il tecnico azzurro tornano a galla, ma il Napoli resta freddo, lucido.
Arriva l’azione che chiude i conti: Neres, ancora lui, inventa un colpo di tacco meraviglioso per Zambo Anguissa, che parte palla al piede, supera due uomini e scarica un sinistro potente e preciso all’angolino. Sommer battuto, 3-1, ed è delirio al Maradona.
Finale di gestione e festa azzurra
Nel finale, l’Inter ci prova con orgoglio ma senza lucidità. Il Napoli gestisce, tiene palla, e sfiora anche il 4-1 con McTominay e Neres. Al triplice fischio, il Maradona esplode: una vittoria pesante, di carattere e identità.
Il Napoli torna in testa solitaria al campionato. Dopo le delusioni con PSV e Torino, sembrava tutto perduto, ma Antonio Conte ha saputo ricostruire mentalità e fiducia.
La scelta del falso nove, la compattezza difensiva e la grinta collettiva hanno fatto la differenza.
E forse è davvero così: questa è la forza del Napoli di Conte, una squadra che cade, ma sa sempre rialzarsi.
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