Un Napoli impresentabile allo stadio Maradona perde 0-1 contro l’Empoli una partita che avrebbe dovuto assolutamente vincere per il divario tecnico tra le due squadre. Questa potrebbe essere l’ultima partita di Rudi Garcia sulla panchina dei partenopei, che hanno sofferto il cambio modulo scelto dall’allenatore in occasione del match odierno.
Il Napoli scende infatti in campo con il 4-2-3-1, modulo che Rudi Garcia ha voluto provare per inserire Raspadori come sottopunta a Simeone, che aveva il difficile compito di sostituire Osimhen dopo tante partite in cui non ha avuto la possibilità di giocare. La presenza di Raspadori sulla trequarti, però, non ha garantito la presenza di un regista avanzato.
Il Napoli scende in campo anche senza Kvaratskhelia, ma con Elmas, la cui gestione da parte dell’allenatore ha lasciato molto a desiderare in questi primi mesi. La squadra azzurra è parsa sempre molto in affanno, soprattutto a centrocampo, dove i due, Lobotka e Anguissa, hanno riscontrato difficoltà sulle avanzate di Ranocchia e sui rientri di Ciccio Caputo, molto bravo a spaziare.
Il Napoli, lì davanti, peccava molto di imprevedibilità. Ciò vista l’assenza del fantasista georgiano e vista anche la mancata presenza a centrocampo di Zielinski, calciatore che si è dimostrato sempre molto utile. Lo stesso Politano è ormai ridotto all’osso, visto che non ha praticamente mai saltato una partita, lasciando a Lindstrøm pochi spiccioli di partita.
Noiosa, prevedibile, lenta, compassata, trasparente: così è stata la squadra di Garcia oggi. All’ingresso di Kvaratskhelia e Zielinski la partita sembra accendersi ma sempre con grande affanno, e con Lindstrøm sembra ancora migliorata la situazione. Invece, ciò che nessuno si aspettava: palla dietro e golazo di Kovalenko sul palo lontano di Gollini.
0-1, fischi e tanta contestazione, stadio già non pieno abbandonato prima della fine del match. Scene tragiche che non si vedevano da tempo a Napoli. È ora che chi ha sbagliato si prenda le sue responsabilità, e soprattutto prenda la situazione con personalità: basta giochetti. È forse il punto di non ritorno per il Napoli, e un cambio in panchina prima della sosta potrebbe portare a una – necessaria – rivoluzione.
Scritto da: Andrea Chianese
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