Al Napoli, si è capito mercoledì sera, che non può bastare né il pellegrinaggio a Pompei, né quello a Lourdes. O invocare la protezione di San Gennaro. Perché la squadra non è sfortunata o vittima della jella e di riti voodoo.
Questo Napoli, come dimostra l’epilogo della gara di Reggio Emilia, si fa male da solo. E se Mourinho liquidò Balotelli dicendo che aveva un solo neurone, il Napoli, a mio sommesso avviso, ne ha uno solo per tutta la squadra, e circola a turno.
L’immagine di Gattuso che lancia imbufalito il cappotto a terra con una smorfia di rabbia è sembrata quella del pugile che prende il pugno del ko da un avversario ormai alle corde.
E’ stata la rappresentazione più acuta del dolore e dell’incredulità per la sciagurata dabbenaggine. E se l’ambiente era già irrespirabile, figurarsi adesso dopo la frase di Insigne rivolta alla squadra.
Ci si aspettava, dopo la vittoria col Benevento, l’emozione inebriante del ritorno vincente in trasferta. Non è stato così. Anzi, una squadra che prende il 3-3 quando si attende il fischio finale, è stato un saggio di masochismo allo stato puro.
Non può essere calcio vero il finale del Mapei Stadium. Perché, neppure tra scapoli e ammogliati, accadono ingenuità (è un eufemismo ndr) come quelle di mercoledì sera. E domani al Maradona c’è la sfida col Bologna di Mihailovic.
Squadra giovane e interessante con elementi stagionati cole Poli, Danilo, Medel, Palacio e De Silvestri a fare da chioccia. Strano a dirsi, squadra con gli stessi limiti di carattere e personalità del Napoli.
Miha come Gattuso ha più volte invocato grinta e cattiveria agonistica ai suoi. Non è certo questo un Bologna che “tremare il mondo fa”. Ma basta e avanza per far preoccupare e tremare un Napoli incapace di controllare i fattori irrazionali della Dea Eupalla.
Perciò, sarà partita di ansia e di tensione perché nessuno dei due allenatori “cazzuti” ci starà a perdere. Ma bisognerà capire quale dei due riuscirà a dare serenità ed equilibrio ai propri giocatori, e non piuttosto ansia da risultato.
Il Napoli, si ripete, non può perdere più punti se vuole giocarsi le residue speranze di Champions. Ma Gattuso dovrà stare bene attento alle scelte che farà. Torna Koulibaly, ci sarà Mertens, ma soprattutto l’Insigne furioso del Mapei.
Serve sbloccarla subito, aggredendo gli emiliani con pressing alto ma ragionato. Sia 4-3-3 o 4-2-3-1 il Napoli non deve andare in affanno, smarrendo distanze ed equilibrio. Soprattutto finendo col favorire le ripartenze del tandem Sansone-Soriano e di Barrow che, anche da punta centrale, sa essere pericoloso.
Si attendono i dribbling di Insigne, le veroniche e i tiri di Zielinski, gli inserimenti di Politano e Fabian Ruiz. Si attende soprattutto il Napoli. Quello vero. Finali come quello di Reggio Emilia ti uccidono.
E Gattuso le ha provate quasi tutte… I risultati? Le colpe, autogol e fesserie comprese, sembrano siano solo sue. Questo Napoli, se non vince domani, può ben aspirare al Guinness dell’assurdo calcistico.
Sergio Curcio