Il Papa si è spento serenamente” dicono i medici del Gemelli che lo hanno seguito. La morte è avvenuta per un problema cerebrale. Probabilmente un ictus, non si sa se di natura emorragica o meno.
Nessun collegamento, almeno in apparenza, con i problemi respiratori che avevano portato al suo ricovero al Gemelli nel febbraio scorso.
L’ultimo ricovero
Il Papa è entrato in ospedale il 14 febbraio. “Devo curare la mia bronchite”, ha detto. Il mondo lo aveva visto, la domenica precedente, interrompere la lettura durante la messa a causa di difficoltà respiratorie.
Per alcuni giorni ha assunto antibiotici e cortisonici a Santa Marta, fino alla decisione che le terapie a casa non bastavano e l’ingresso nell’appartamento riservato ai pontefici dell’ospedale Gemelli.
E’ qui che i medici hanno rivelato la presenza di un’infezione “polimicrobica”, cioè provocata da più virus, batteri e miceti, ai bronchi. Successivamente hanno visto dalla tac la presenza di una polmonite bilaterale.
Papa Francesco soffriva anche di bronchiectasie e bronchite asmatiforme. Sabato 22 febbraio c’è stato un peggioramento.
Francesco ha avuto una crisi respiratoria prolungata che ha richiesto la somministrazione dell’ossigeno ad alti flussi (quindi è stato ventilato) e anche di trasfusioni. Il Papa è rimasto ricoverato al Gemelli per 38 giorni, fino al 23 marzo, quando è stato dimesso.
Il punto debole
L’apparato respiratorio è sempre stato il punto debole del Papa, che di contro aveva, hanno detto fino all’ultimo coloro che l’hanno curato, un cuore forte.
Lui stesso ha raccontato al medico e giornalista Nelson Castro, autore di La salute dei Papi (Piemme edizioni), che nell’agosto del 1957, cioè quando aveva 21 anni e frequentava il secondo anno di seminario a Villa Devoto a Buenos Aires, ha subito l’asportazione di un pezzo di polmone.
“In quell’inverno si era diffusa una forte epidemia influenzale e molti seminaristi ne erano rimasti contagiati.
Anch’io. Ma di fatto nel mio caso la situazione si è evoluta in maniera più complicata. Mentre i miei compagni andavano riprendendosi in pochi giorni, senza strascichi, io continuavo a presentare un persistente stato febbrile”.
I medici videro tre cisti sul lobo superiore del polmone destro e un versamento pleurico, così decisero di intervenire. I problemi respiratori sono proseguiti per Bergoglio e da anziano lo hanno costretto più volte a curarsi.