Morta a 12 anni per mala sanità: in sala operatoria mancava anche il termometro

16 Ottobre 2019 - 17:56

Morta a 12 anni per mala sanità: in sala operatoria mancava anche il termometro

Nuovo capitolo nell’inchiesta per la morte a Bari di Zaraj Tatiana Coratella Gadaleta, la ragazzina di dodici anni deceduta nel settembre del 2017 all’ospedale Giovanni XXIII per ipertermia maligna durante un intervento per una frattura al femore. A quanto emerso, in sala operatoria mancavano il termometro e il farmaco salvavita, rimosso qualche settimana prima perché scaduto. Questi elementi, ritenuti “deficit organizzativi dell’azienda”, avrebbero contribuito ad aggravare le condizioni cliniche della ragazza, deceduta a causa delle conseguenze di un’ipertermia maligna che fu diagnosticata troppo tardi. Questa la conclusione a cui è giunta la consulenza medico-legale disposta dal tribunale civile di Bari nella causa per il risarcimento danni relativo alla morte di Zaraj, sul quale la mamma con le nonne della paziente e il policlinico sono in disaccordo sulla quantificazione. Per quanto riguarda il procedimento penale per omicidio colposo, l’anestesista Vito De Renzo ha chiesto il patteggiamento a quattordici mesi mentre per il primario del reparto di Anestesia e Rianimazione, Leonardo Milella, il pm sta valutando se chiedere il rinvio a giudizio.

Il farmaco salvavita somministrato troppo tardi – I consulenti nominati dal giudice civile dovevano individuare le responsabilità ai fini del risarcimento, gli “errori attivi attribuibili ai sanitari che la ebbero in cura” e gli “errori latenti attribuibili a tutti i livelli di responsabilità dell’organizzazione”. Le principali responsabilità vengono ricondotte alla mancata diagnosi da parte dei medici. L’alterazione di un valore avrebbe dovuto indurre a sospettare che si potesse trattare di ipertermia maligna. Durante l’intervento poi, non fu possibile monitorare la temperatura della giovanissima paziente perché non c’erano sonde termometriche o altri presidi o anche solo un semplice termometro funzionante. Il primario inizialmente diagnosticò una tromboembolia polmonare alla ragazza e solo dopo tre ore l’ipertermia maligna, a intervento ormai concluso. Il farmaco salvavita, però, non era disponibile e fu necessario andarlo a prendere nella farmacia ospedaliera. Nel frattempo la ragazza fu trasferita in terapia intensiva dove le fu somministrato il farmaco. Ma per Zaraj era ormai troppo tardi.

fonte: Fanpage

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