“Mi hanno drogata e stuprata in due, non capivo niente”. Il racconto orribile della serata in discoteca
Un approccio in discoteca, come spesso accade, rifiutato. Poi le insistenze, la proposta di fare sesso a tre, e infine la violenza sessuale, avvenuta quando la vittima aveva consumato diversi cocktail insieme con della droga, come da lei denunciato, somministrata di nascosto proprio dai suoi aguzzini. “A un certo punto ho visto il 17enne prendere il mio bicchiere e girarsi – racconta la 22enne protagonista di questa storia – me l’ha ridato ma da quel momento i miei ricordi diventano confusi”.
I segni sul corpo dopo lo stupro
Quando la giovane residente nell’hinterland milanese ha deciso di raccontare quanto avvenuto nella tragica notte tra il 4 e il 5 agosto ha avuto non poche difficoltà nel ricordare i dettagli di tutta la vicenda. E forse la causa era proprio in quella sostanza stupefacente che i tre le avevano dato di nascosto. I medici che l’hanno visitata alla clinica Mangiagalli di Milano ha confermato la presenza di lesioni sul corpo anche piuttosto evidenti che dimostrerebbero che la 22enne è stata tenuta ferma durante la violenza sessuale, mentre la “rilevata mancanza di lesioni” direttamente provocate dallo stupro, non è “affatto significativa dell’esclusione di rapporti sessuali subiti”, avrebbe scritto il giudice per le indagini preliminari Anna Magelli.
Per la violenza sessuale avvenuta nella notte tra il 4 e il 5 agosto del 2018 dopo la serata trascorsa nella discoteca “Papaya” nei pressi dell’Idroscalo di Milano, sono stati arrestati F.F., 26enne di Caserta, A.M. 32enne di San Felice a Cancello, sempre nel Casertano e un terzo ragazzo, di 17 anni, il cui procedimento penale è ora nelle mani del tribunale di minori. I tre erano a Milano per trascorrere una serata di divertimento e l’appartamento incriminato dove è avvenuta la violenza sarebbe quello del più grande, 32enne già noto alle forze dell’ordine non solo per i precedenti per risse e lesioni ma anche per essere il figlio di un collaboratore di giustizia.
Durante l’interrogatorio, avvenuto nella mattinata di ieri, il 26enne avrebbe ammesso di aver avuto un rapporto sessuale con la vittima quella sera ma anche che fosse consenziente, mentre la vittima ha raccontato di essere stata portata in quell’appartamento contro la sua volontà e in condizioni di poca lucidità proprio a causa della droga somministratale: “Ricordo solo delle pareti rosse e un divano blu – ha raccontato – poi quel telefono che riprendeva tutto”.
Fonte: Fanpage.it