Meghan racconta l’aborto spontaneo: «Mi sono accasciata a terra. Sapevo, mentre stringevo il mio primo figlio, che stavo perdendo il secondo».

25 Novembre 2020 - 13:21

Meghan racconta l’aborto spontaneo: «Mi sono accasciata a terra. Sapevo, mentre stringevo il mio primo figlio, che stavo perdendo il secondo».

In un editoriale pubblicato sul New York Times, la duchessa di Sussex Meghan Markle, ha rivelato tutto il dolore provocato da un aborto spontaneo, avvenuto nel luglio di quest’anno e ha poi parlato del difficile percorso di guarigione. Nell’articolo scritto di suo pugno, dal titolo «The Losses We Share» (le perdite che condividiamo), spiega che l’elaborazione di un dolore inizia da due semplici parole «come stai?». La moglie di Harry racconta: «in una mattina di luglio, dopo aver cambiato il pannolino a mio figlio, ho sentito una forte fitta all’addome. Mi sono accasciata a terra, tenendo in braccio Archie, cantandogli una ninna nanna, per tranquillizzare entrambi e quella melodia allegra era in netto contrasto con la sensazione che ci fosse qualcosa di anomalo. Sapevo, mentre stringevo il mio primo figlio, che stavo perdendo il secondo».

Meghan racconta poi del ricovero in ospedale: «Alcune ore più tardi, ero stesa in ospedale, tenendo la mano di mio marito. Sentivo il calore del suo palmo e gli ho baciato le nocche. Avevamo entrambi il volto bagnato dalle lacrime. E guardando i freddi muri bianchi della stanza ho cercato d’immaginare come avremmo mai potuto rimarginare il senso di quella perdita».
L’ex attrice, inoltre, passa a ricordare un’intervista del settembre 2019, rilasciata mentre si trovava in Africa durante il tour ufficiale con suo marito Harry, nella quale per la prima volta mostrò un’emozione in pubblico, rivelando come dopo la nascita di Archie nessuno le avesse chiesto «come stai?».
“Non sono in molti a farlo”. In quel letto d’ospedale, guardando il cuore di mio marito andare in pezzi, mentre tentava di tenere insieme i pezzi del mio, ho capito che l’unico modo per iniziare una rinascita è questo, chiedere: “Stai bene?”.