Medicina sportiva: l’attività fisica e il movimento allungano la vita

3 Febbraio 2021 - 11:53

Medicina sportiva: l’attività fisica e il movimento allungano la vita

La sedentarietà costituisce oggi il quarto tra i fattori di rischio responsabili di malattie croniche (malattie cerebro-cardio-vascolari, tumori, diabete, BPCO, sovrappeso e obesità, ecc). E dei decessi che ne derivano, con grande impatto negativo sulla spesa sanitaria e sociale associate.

L’attività fisica, praticata con costanza, rappresenta invece il principale fattore protettivo dimostrato e documentato dalle evidenze scientifiche. Il movimento è la più importante “tecnologia” che abbiamo a disposizione da sempre per tutelare, mantenere e migliorare il benessere psico-fisico.

Ciò è verissimo per tutti: persone di ogni genere, età e condizione, inclusi anziani, pazienti cronici e fragili, disabili e disagiati. L’attività fisica può anche favorire lo sviluppo di un approccio costruttivo.

Questo per tenere a bada lo stress e la frustrazione, per scaricare le tensioni accumulate, aumentare le energie e lo stato di benessere generale. In generale migliorando la qualità del sonno, l’autostima, la fiducia in se stessi.

Inoltre, consente di mantenere un giusto peso corporeo, di prevenire una serie di malattie ed evitare il peggioramento di quelle già presenti.

Every move counts (Ogni movimento conta) è un importante “slogan” – riportato nelle nuove linee guida sulla promozione dell’attività fisica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Che ne richiama altri 2 fondamentali. Il primo“Fare un po’ di attività fisica è meglio di niente”. Il secondo “Aumentarne la quantità permette di ottenere ulteriori benefici per la salute”.

Rispetto ai precedenti, “Ogni movimento conta” è però un riferimento più esplicito alle scelte quotidiane che non richiedono tempo aggiuntivo. Non sono costose e sono quindi accessibili a tutti.

Come piccole quantità di movimento da fare ogni volta che se ne presenti l’occasione nel corso della giornata. Come fare le scale o una passeggiata, camminare, andare in bicicletta, limitare l’uso della macchina. O ancora portare a spasso il cane, fare giardinaggio, ballare e svolgere lavori domestici.

Promuovere stili di vita attivi per contrastare la sedentarietà è un obiettivo ambizioso e complesso. Che non può essere raggiunto solo grazie alla sensibilizzazione ed educazione dei cittadini sui benefici della pratica di attività motoria.

Piuttosto grazie a interventi a livello politico, economico e sociale che rendano “semplici le scelte salutari”, e possibili la progettazione, pianificazione e realizzazione. D’altra parte on è solo una scelta personale.

Da anni collaboro con l’Universitá Parthenope, facoltà di Scienze Motorie, in particolare con il professore Giorgio Liguori, ordinario di Igiene. Il progetto è quello, attraverso la sinergia fra diversi specialisti, di formare professionisti e diffondere il concetto di “movimento” fin da piccoli.

Nell’ambito delle strategie di promozione dell’attività fisica, il laureato in scienze motorie svolge un ruolo di educatore ben riconosciuto. Ed è in via di certificazione a livello internazionale.

Ciò non avviene invece nel nostro Paese. In Italia, l’insegnante di educazione fisica non è presente nella scuola primaria ed è l’unico esempio nel panorama europeo.

Come dire, come cambiare le abitudini dei cittadini senza insegnare a farlo fin da piccoli. Siamo tutti d’accordo nel sostenere come sia più semplice insegnare un bambino a non fumare, piuttosto che convincere un accanito fumatore a smettere.

Franco Di Stasio (presidente S.I.O.S.)

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